Avvenire di Calabria

Processo in Vaticano: card. Becciu a Vatican news, “diritto di difesa messo a dura prova e svuotato nella sostanza”

di Redazione Web

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“In alcuni casi il diritto di difesa, seppur formalmente garantito, è stato messo a dura prova e svuotato nella sostanza”. A denunciarlo è il card. Angelo Becciu, in una lettera ricevuta e pubblicata su Vatican news, in cui il porporato risponde alle tesi espresse da Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, nel suo articolo intitolato “Processo giusto e trasparenza”, riportato anche sull’Osservatore Romano, a commento delle motivazioni della sentenza di primo grado sul processo svoltosi in Vaticano sugli investimenti finanziari della Santa Sede a Londra. “Mi rendo conto che in alcuni casi le azioni del sostituto possono essere incomprese, e so di non essere stato esente da errori, come credo sia capitato e capiti a tutti coloro che, per anni, gestiscono un ruolo dalle competenze tanto vaste, delicate ed eterogenee”, scrive Becciu: “Ma di un fatto sono certo: ho sempre agito secondo le mie prerogative, senza mai andare oltre i miei poteri e sempre con totale fedeltà alla Santa Sede. L’ho spiegato più volte durante il processo”. “Verrà il momento di parlare delle prove a mio favore, totalmente trascurate dalla sentenza, così come dei molti altri errori che emergono dalla lettura delle motivazioni”, annuncia il cardinale, che respinge ancora una volta l’accusa di aver “truffato il Papa” nella questione della liberazione di una religiosa sequestrata in Mali e dei presunti rapporti con Cecilia Marogna, definendo tali affermazioni “inaccettabili e soprattutto non supportati da alcuna prova”. “Io ho sempre servito lealmente il Santo Padre e quella sofferta iniziativa è stata da me condotta solo ed esclusivamente per portare avanti l’operazione umanitaria concordata con il Papa, senza altra diversa finalità”, ribadisce Becciu. Quando all’investimento nel fondo di Mincione di ben 200 milioni, il cardinale spiega che la cifra “fu utilizzata con l’approvazione del Superiore dell’epoca e caldeggiata dall’Ufficio preposto agli investimenti: primo fra tutti, dal capo dell’Ufficio Amministrativo, la cui posizione, come la stessa sentenza ricorda, è stata archiviata”. “È del tutto evidente – conclude il porporato – che un articolo come quello di Tornielli considera me e tutti gli imputati già condannati in via definitiva. Non si scrive mai che il processo è in primo grado, che tutti gli imputati hanno diritto all’appello e che dunque siamo tutti, non solo io, presunti innocenti”.

Fonte: Agensir

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