Avvenire di Calabria

La mobilitazione si è spostata a Crotone e proseguirà ancora per i prossimi dieci giorni lungo la statale ionica 106

Trattori ancora in marcia, prosegue la protesta degli agricoltori calabresi

Nei giorni scorsi l'intero comparto ha incassato la solidarietà dei vescovi calabresi convinti che la questione sia vitale per l'intera regione

di Redazione Web

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Prosegue la protesta degli agricoltori anche in Calabria. «Una protesta di tutti», affermano. Un concetto ribadito anche dai vescovi calabresi che hanno affrontato la vertenza nel corso dei lavori della sessione invernale della Conferenza episcopale calabra, riunitasi lunedì e martedì a Reggio Calabria.

La protesta degli agricoltori calabresi si sposta a Crotone

I trattori in marcia sono giunti questa mattina a Crotone. Insieme agli agricoltori anche le rispettive famiglie. «Vogliamo far capire ai cittadini che il problema non è solo nostro, ma coinvolge l'intero territorio e l'economia calabresi», hanno ribadito i manifestanti.


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La protesta degli agricoltori calabresi, al pari dei "colleghi" italiani e europei, va avanti da due settimane. Oggi, si sono ritrovati a Crotone dove hanno fermato i loro trattori per poi, simbolicamente, incamminarsi a piedi verso i palazzi di governo, comune e, subito dopo, prefettura.

«I consumatori devono sapere a quale prezzo noi vendiamo i nostri prodotti e a quale prezzo poi li trovano sugli scaffali dei supermercati. Devono essere consapevoli della genuinità dei prodotti che consumano», ha affermato il portavoce degli agricoltori crotonesi alla stampa, parlando a nome, però, degli agricoltori di tutta la Calabria.

Da centro chilogrammi di grano, dai quali si ricavano 90 chili di farina, gli operatori di settore incassano appena 30 euro. Ma con quella farina si producono 108 chilogrammi di pane dai quali i rivenditori incassano 380 euro. È uno dei tanti esempi volti a far comprendere la grave situazione di difficoltà vissuta oggi dal comparto.


PER APPROFONDIRE: Autonomia differenziata, i vescovi calabresi: «alcuni diventeranno più uguali degli altri»


L'indice, ancora una volta, è puntato contro le politiche agricole europee. «L'Europa ci impone cosa coltivare e quanto coltivarne - ha spiegato ancora Rossi - ci paga addirittura per non coltivare, prendere soldi per non produrre sembrerebbe una cosa positiva ma il non produrre è sinonimo di abbandono, noi vogliamo produrre per il futuro delle nostre generazioni».

La solidarietà dei vescovi calabresi

Accanto ai lavoratori è scesa in campo anche la Chiesa calabrese. Nel corso della due giorni di sessione invernale della Cec, riunita a Reggio Calabria, i vescovi hanno, infatti, «manifestato concreta vicinanza agli agricoltori che in queste ore stanno manifestando il proprio dissenso rispetto alle politiche agricole dell’Unione Europea».


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«Dagli accordi al ribasso fino alle norme sull'abbandono dei terreni», come riporta il comunicato stampa finale sui lavori, i presuli della regione sottolineano come sia «in gioco anche il futuro della Calabria». Pertanto «auspicano un deciso ed unito intervento della politica calabrese a supporto degli agricoltori della Regione».

La protesta, intanto, è destinata a proseguire anche per i prossimi dieci giorni con il presidio dei trattori che continuerà lungo la strada statale 106. (foto ANSA)

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