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“Siamo nell’Anno Santo ordinario e cerchiamo di non sciupare questo tempo di grazia che, se vissuto bene, come una vera dieta spirituale, può decidere del nostro rapporto con il Signore e con i fratelli, lasciando una traccia efficace di rinnovamento nella nostra vita”. È l’invito che il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, rivolge ai fedeli nel messaggio per Quaresima “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (cfr 2Cor 5,20).
Il presule esorta a leggere e a meditare in questo tempo il numero 23 della Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’Anno 2025, “Spes non confundit”, che “tanto bene può fare alla nostra vita di credenti”: “È la parola del Papa alla sua Chiesa, che vogliamo ascoltare con profondo rispetto ed attenzione per riscoprire nei nostri giorni la misericordia di Dio, il vero senso dell’indulgenza, e del sacramento della penitenza, segno eloquente di speranza e vita nuova. Invito tutti, a cominciare dai parroci, a fare di questo testo del Santo Padre oggetto di riflessione e preghiera personale, e di catechesi per il nostro popolo, rendendoci sempre più disponibili per il sacramento della riconciliazione, sacramento della guarigione e della gioia, e predisporre tempi e luoghi adatti per rieducare la gente ad un sacramento essenziale ma oggi poco frequentato”. Il vescovo evidenzia che “è bene valorizzare anche la proposta delle 24 ore per il Signore, quest’anno il 28 e 29 marzo”.
Così “anche ogni fedele, pentito e riconciliato con il Signore nella Chiesa, può diventare per l’altro, in modo sacramentale e con la testimonianza della vita, missionario di misericordia – osserva mons. Giudice -. I presbiteri, esercitando con gioia e pazienza il sacramento della penitenza; e i fedeli, accogliendo la grazia, testimoniando la misericordia attraverso gesti di riconciliazione e perdono, che rendono autentico il dono ricevuto, innestandosi in quella circolarità che permette alla grazia sacramentale di far crescere tutta la Chiesa”.
Così, conclude il vescovo, “la comunità tutta riconciliata e pacificata sarà scrigno e dispensatrice della misericordia del Padre che vuole la salvezza di tutti, e senza la quale, se non accolta, rimane sbarrata la Porta verso la Pasqua di Risurrezione”.
Fonte: Agensir