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“Nella Quaresima, la Chiesa ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla Grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia la Pasqua, il giorno del trionfo di Cristo Signore sul peccato e sulla morte”. Lo sottolinea il vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro, nel suo messaggio per Quaresima.
Nel cammino quaresimale di quaranta giorni, “siamo chiamati a interrogarci su cosa ci rende schiavi nella vita, siamo chiamati a prendere coscienza che la nostra vita è abitata anche dal peccato, dai compromessi, dalla mediocrità. E in questo tempo siamo chiamati a convertirci, ad abbandonare tutto questo – scrive il presule -. Noi siamo infatti continuamente tentati di seguire il nostro io, con i suoi bisogni e i suoi capricci, siamo tentati di vivere nell’egoismo e nell’individualismo. Dobbiamo ricentrare la nostra vita nel Signore, per essere guidati da Lui e non dai nostri piccoli ed egoistici pensieri e desideri. La rinuncia al nostro peccato e alle nostre pretese egoistiche potrà essere il nostro ‘digiuno’ quaresimale”.
Ogni anno in Quaresima, ricorda il vescovo, “proponiamo un gesto di condivisone e di fraternità che rende visibile la carità. Quest’anno aiuteremo i cristiani della parrocchia di Tassia a Nairobi, una comunità che abbiamo incontrato nell’estate scorsa con un gruppo di adulti e che nella prossima estate incontreremo con un nutrito gruppo di giovani. In quel quartiere, alla periferia della immensa capitale, fra palazzoni, fango e baracche, desiderano costruire un dispensario – un ambulatorio – che possa prendersi cura della salute di tutti, soprattutto dei più bisognosi”.
“Anche questo gesto che ci chiama ad uscire da noi stessi, dai nostri problemi e bisogni, per aprirci ai problemi e bisogni dei più poveri”, evidenzia mons. Prastaro, “è un altro aspetto del cammino quaresimale. Non ci può infatti essere conversione se continuiamo a rimanere chiusi in noi stessi. Diventa necessario ascoltarsi e accogliersi a vicenda. Questo potrebbe essere un secondo impegno quaresimale”.
“Un ascolto ed un’accoglienza che ci è chiesto di riservare soprattutto all’Altro per eccellenza che è il Signore Gesù – aggiunge il presule -. Non ci può essere Quaresima e conversione senza la frequentazione del Signore, nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei sacramenti”.
Il cammino quaresimale, tanto più in questo anno del Giubileo, conclude mons. Prastaro, “non potrà che essere un cammino di speranza. La speranza si fonda sulla certezza della risurrezione di Gesù e sulla certezza che nulla mai potrà separarci dall’amore di Dio (Rm 8,39). Viviamo allora questo tempo di conversione, di penitenza e di condivisione con la speranza nel cuore: la speranza che tutto non è destinato a rimanere così come è, ma che camminiamo verso una pienezza che è la vita con il Signore. Pienezza di vita che celebreremo nella Pasqua. Buon cammino, insieme, nella speranza”.
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