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“Cercasi coltivatori e seminatori di speranza, sull’esempio di quanti hanno lavorato per secoli questa terra rendendola fruttuosa, ricca, solidale”. È quanto scrive il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, nella sua lettera per la Quaresima intitolata “Abbondare nella speranza” e diffusa oggi. “C’è tanto bisogno di speranza, di quella vera. Si vede sui volti delle persone, e nei fatti della cronaca e della storia – annota il presule -. Mentre oggi il progresso tecnologico ci porta lontano e accelera fin troppo i ritmi di vita, il tempo liturgico della Quaresima viene a proporci una ricetta antica e potente: fermarci, fare una sosta di preghiera e penitenza, per riprendere con fiducia il cammino, più sereni e uniti”. Da qui l’esortazione alla comunità ecclesiale “di mettere al primo posto in questo tempo la lettura e l’ascolto, personale e comunitario, della Parola di Dio di ogni giorno, o almeno di ogni domenica. La Quaresima è tempo propizio per rilanciare nelle parrocchie l’appuntamento settimanale con il ‘giorno dell’ascolto’, che lentamente ci plasma un cuore docile e una mente credente, ridestando sguardi attenti e lungimiranti sulla realtà che ci circonda”. Citando la bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, di Papa Francesco, mons. Napolioni ricorda l’importanza della Riconciliazione sacramentale: “Tante pene nascoste, sensi di colpa, dubbi e paure che attanagliano attendono solo l’abbraccio benedicente del Padre. I nostri sacerdoti in questo anno giubilare siano specialmente disponibili a favorire tale esperienza dell’indulgenza misericordiosa di Dio”. Dal vescovo anche l’annuncio del pellegrinaggio giubilare diocesano dal 21 al 23 marzo, e l’invito ai fedeli a “farsi pellegrini alle chiese giubilari della diocesi, ai luoghi di sofferenza e di cura, alle case delle persone sole, per una preghiera insieme, per un gesto di riconciliazione, per crescere nella comunione davanti a Dio”. Non meno importante l’annuncio dell’opera segno giubilare: la messa in cantiere della ristrutturazione della grande Casa dell’Accoglienza, inaugurata dal Vescovo Assi nel 1988 e oggi assolutamente bisognosa non solo di manutenzione straordinaria, ma anche di aggiornamento nell’impostazione di obiettivi e servizi”. Si tratta di un’opera, spiega mons. Napolioni, “che non interessa solo la città, ma che diventerà un vero centro propulsore e formativo a servizio di tutti i nostri territori, perché la fantasia della carità si diffonda capillarmente, come attraverso canali che portano ovunque amore fraterno e speranza per chi non l’ha”. La Caritas diocesana suggerirà modalità concrete, accessibili a tutti, per partecipare all’impresa: “La generosità nel dare il proprio tempo, in un rilancio del volontariato necessario in diversi campi e ruoli, sarà un ulteriore segno di conversione al primato della carità, per spartire con gli altri l’amore gratuito che il Signore dona a chi lo segue”.
Fonte: Agensir