Avvenire di Calabria

Il reparto Aspromonte è il cuore dell'attività scout che darà vita alle altre realtà del territorio reggino e non solo

Gli Scout a Reggio Calabria: quei ragazzi cresciuti all’ombra del campanile del Duomo

Solo qualche giorno fa l’Agesci ha celebrato i primi 50 anni di attività, ma quello che oggi è lo scoutismo reggino ha radici ben più profonde che rimandano al dopoguerra

di Gianluca Del Gaiso

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«Semel scout semper scout». I ragazzi del campanile del Duomo di Reggio Calabria lo sanno bene. È il 1912 quando in Italia fa capolino il Corpo nazionale giovani esploratori italiani (Cngei), di matrice laica e liberale. Quattro anni dopo, nel 1916, gli fa eco l’Asci (Associazione scautistica cattolica italiana). Entrambe conoscono a livello nazionale una prima fase di intenso sviluppo attorno anni Venti. Cosenza e Caulonia (1926) per prime abbracciano con entusiasmo il progetto dello scoutismo cattolico in Calabria, poi arriva lo scioglimento imposto dal regime fascista nel 1928.



Il territorio reggino non conosce la fase della Resistenza né quei ragazzi chiamati “Aquile Randagie” che in alcune regioni del Nord Italia, avevano continuato a fare scoutismo di nascosto dando una mano ai Partigiani. Su Reggio Calabria il racconto parla invece di una “giungla silente” riferita ai ragazzi del Cngei (la sezione nasce nel 1915) che si radunavano ufficialmente come gruppi sportivi ma che di fatto facevano anche attività scoutistica con tanto di campi in pieno Aspromonte. Arriva la fine della Guerra, la caduta del Fascismo e quel seme fatto di Legge e Promessa sboccia improvvisamente. Il movimento scout risorge in tutta Italia. Ancora una volta qui a partire da Cosenza e questa volta Reggio Calabria città.

L’Asci dà il via ad una nuova stagione di impegno educativo verso i giovani ancora scossi dall’assurdità della guerra. Lo scautismo offre motivi di speranza per la costruzione di un avvenire di libertà. È il 1943 quando nasce l’Agi, lo scautismo femminile cattolico, una novità non facile soprattutto per il Sud. In generale però non volendo con quelle divise loro malgrado gli scout rimandano ad un’idea che suscita persino diffidenza. Il ricordo dei Balilla è troppo vicino. Ma loro sono tutt’altro e alla fine l’opinione comune cambia vedendoli in prima linea in un paese che vuole rinascere, impegnati tra catastrofi e calamità naturali. Una sorta di protezione civile primordiale.

Reggio Calabria in questo nuovo percorso ha un punto di riferimento ben preciso: è il campanile della sua Cattedrale. È il luogo dove quel primo gruppo di ragazzi che all’ombra della chiesa di Santa Lucia aveva dato vita ad un Riparto Nautico, con l’aiuto della Diocesi si ritrova. Viene loro assegnato il primo piano del campanile. Nasce il famoso Riparto Aspromonte (1945) che diventa a sua volta terrestre.


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È la storia dello scoutismo cattolico reggino, la sua forza trainante. Le mura del campanile conservano ancora le immagini degli “angoli di squadriglia”. La sede è aperta ogni giorno, i ragazzi diventano adulti, nasce il Clan Montalto (1950). I suoi capi guideranno altri ragazzi in altre sedi nascenti.

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