
Vaticano: basilica di San Pietro, domani la cupola spenta dalle 20.30 alle 21.30 per l’Earth Hour
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Mentre continuano i combattimenti nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RdC), la situazione umanitaria “si sta rapidamente deteriorando nel vicino Burundi, con un aumento degli arrivi giornalieri attraverso il confine nord-occidentale e con persone che corrono rischi sempre maggiori per raggiungere la sicurezza, utilizzando imbarcazioni di fortuna per attraversare il fiume Rusizi”. Lo denuncia oggi l’Unhcr segnalando che solo mercoledì, più di 9.000 persone sono arrivate in fuga da quella che hanno descritto come “una situazione sempre più disastrosa al di là del confine”. Da febbraio, oltre 40.000 cittadini congolesi – la maggior parte donne e bambini – sono arrivati in Burundi in cerca di protezione internazionale. Questo numero – fa sapere l’Unhcr – è destinato ad aumentare con l’avanzare delle ostilità nella RdC verso la città di Uvira, vicino al principale valico di frontiera ufficiale con il Burundi. L’agenzia Onu per i Rifugiati, “accoglie con favore la decisione del governo del Burundi di concedere lo status di rifugiato prima facie a coloro che fuggono dal conflitto nella RdC, garantendo loro un rapido accesso alla protezione e all’assistenza umanitaria”. I team dell’Unhcr presenti sul posto – si legge in una nota – notano un numero elevato di bambini tra i nuovi arrivati, molti dei quali non accompagnati o separati dalle loro famiglie durante la fuga. I rifugiati descrivono di essere “fuggiti da intensi scontri e spari. Molti hanno detto di non avere cibo sufficiente per sopravvivere e di non poter continuare a lavorare la propria terra”. “C’è – denuncia l’agenzia – un urgente bisogno di ripari, cibo e latrine, nonché di trasferire i nuovi arrivati in altri siti per risolvere il problema del sovraffollamento. Sono stati confermati diversi casi di morbillo, con un rischio reale di diffusione della malattia dato il numero crescente di persone presenti nell’area. A Rugombo sono in corso le vaccinazioni per contenere l’ulteriore diffusione della malattia”. In collaborazione con le autorità nazionali, i rifugiati saranno trasferiti nei prossimi giorni nel sito per rifugiati di Musenyi, nel sud-est del Paese, che ha una capacità di 10.000 persone. Il governo prevede inoltre di assegnare terreni per allestire altri siti. Per rispondere all’aggravarsi dell’emergenza, l’Unhcr chiede 40,4 milioni di dollari per rafforzare la preparazione e fornire protezione e assistenza salvavita a 275.000 sfollati interni nelle province del Sud Kivu, Nord Kivu, Maniema e Tanganyika della RdC, nonché per sostenere un potenziale afflusso di 258.000 rifugiati, richiedenti asilo e persone rientrate nei Paesi vicini, tra cui Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda e Zambia. Da qui l’invito alla comunità internazionale a “sostenere gli sforzi avviati dalle autorità nazionali e dai partner umanitari. I bisogni sono superiori alle risorse. Senza un’urgente iniezione di fondi, rischiamo un ulteriore peggioramento con l’intensificarsi della crisi”.
Fonte: AgensirVaticano: basilica di San Pietro, domani la cupola spenta dalle 20.30 alle 21.30 per l’Earth Hour
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