Avvenire di Calabria

ReArm Europe: mons. Pezzi (Mosca), “la pace in Europa oggi non può andare in questa direzione” 

di Redazione Web

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“Sarò molto sincero. Sono rimasto molto amareggiato dalle parole volte al riarmo che ho sentito. Capisco le preoccupazioni che alcuni leader europei possono avere, però mi sembra che non abbiamo imparato nulla dalla storia”. E’ quanto ha espresso l’Arcivescovo della Diocesi della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi, in un’intervista al Sir. “Occorre imparare dalla storia”, aggiunge l’arcivescovo. “E la storia ci indica che deve restare il rispetto della dignità della persona e dei popoli in primo piano. Ora, andare verso un riarmamento – comprendendo tutte le necessità di una difesa – non è la strada da percorrere. La pace in Europa oggi non può purtroppo andare in questa direzione”.  Non è tardi? In questi anni l’odio si è infiltrato. Come si sradica l’odio dal cuore dei popoli? “L’odio dei popoli si sradica solamente se qualcuno ha il coraggio di iniziare a guardare l’altro come una persona. Posso dire quanto mi hanno raccontato: ci sono anche adesso, anche in certi luoghi di conflitto, storie in cui soldati russi e soldati ucraini si sono guardati in faccia. Mi hanno parlato di una popolazione locale disposta a non guardare l’altro come un nemico, come un avversario, ma come un fratello che appartiene ad un altro popolo, ad un’altra etnia. Questi segni ci sono. Li dobbiamo innanzitutto vedere. In secondo luogo, accogliere e in terzo luogo costruirci sopra. E’ importante che ciascuno la faccia, a partire dal piccolo e laddove siamo. Ed è importante che continuiamo a chiedere – come fa il Papa – ai potenti di questo mondo che anche loro facciano la loro parte”.  Mons. Pezzi è giunto a Roma il 10 marzo per guidare insieme al vescovo ausiliare mons. Nikolaj Dubinin, un pellegrinaggio diocesano giubilare al quale sono riusciti a partecipare 85 fedeli russi. Nel passaggio alla Porta Santa – confida l’arcivescovo – “ho portato innanzitutto tutta la nostra Chiesa, tutte le persone che non hanno potuto e non potranno partecipare ad un pellegrinaggio a Roma per l’Anno Santo. E ci sono tanti che molto probabilmente non lo potranno più fare. Poi, avevo in mente le persone che più soffrono, che fanno fatica, le persone anziane, i carcerati. In terzo luogo, ho offerto questo mio passaggio per la pace. La pace dappertutto. A questo riguardo voglio esprimere anche la mia preoccupazione per quello che sta avvenendo in Siria. E con la Siria ho pensato alla Terra Santa, alla Russia e all’Ucraina”.

Fonte: Agensir

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