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In Italia la salute mentale è diventata una delle principali preoccupazioni sanitarie. Secondo una recente indagine Ipsos, è oggi considerata il secondo problema di salute più rilevante dopo le malattie oncologiche. Quasi un italiano su tre (28%) dichiara di soffrire di disturbi psichici, quasi la metà degli italiani (46%) ritiene che la salute mentale riceva meno attenzione rispetto a quella fisica da parte del Servizio sanitario nazionale. In questo scenario Progetto Itaca si distingue per un approccio integrato e concreto che mette al centro la persona, promuovendo inclusione e benessere attraverso il lavoro, l’ascolto e la formazione delle famiglie. Tra i programmi più rappresentativi, le Job Stations offrono un’opportunità professionale reale a persone con disagio psichico, contrastando lo stigma e l’isolamento.
Nate nel 2012 in collaborazione con Fondazione italiana Accenture Ets, le Job Stations sono centri di smart working gestiti dalle associazioni della rete Progetto Itaca. Qui i beneficiari lavorano in ambienti protetti, accompagnati da tutor esperti e in costante dialogo con le aziende grazie al supporto del supervisor aziendale.
Ad oggi sono attive 10 Job Stations in 8 città italiane, con oltre 149 inserimenti lavorativi in più di 35 aziende partner. Solo nel 2024, la sede di Milano ha visto 23 lavoratori attivi, di cui 14 a tempo indeterminato, grazie alla collaborazione di 13 aziende del territorio.
Tra loro c’è Gabriele, oggi Job Stationer di Progetto Itaca Milano: “Job Station mi ha aiutato ad avere un impegno fisso ogni giorno, dando un senso alla mia vita e alla mia quotidianità. Attraverso la Job ho acquisito nuove competenze lavorative e a quasi un anno dall’inizio del lavoro sento di avere fatto dei passi avanti, sia dal punto di vista lavorativo sia dal punto di vista umano”.
Accanto all’inclusione lavorativa Progetto Itaca supporta anche le famiglie. È il caso del programma “Famiglia a famiglia”, un percorso gratuito di formazione e condivisione rivolto ai familiari di persone con disturbi mentali.
Annalisa, madre di un giovane con disturbo schizoaffettivo, racconta: “Dopo l’esordio psicotico di nostro figlio Carlo, non sapevamo come muoverci, né come aiutarlo senza invadere. Il corso ci ha permesso di capire meglio la sua condizione, ma anche di rimanere una famiglia unita”. Anche il fratello di Carlo, Francesco, ha seguito il percorso: “Spesso si parla dei caregiver come se fossero solo i genitori. Ma anche essere fratelli di una persona con un disturbo psichico è un’esperienza profonda e in parte invisibile”.
“La salute mentale non riguarda solo chi è in difficoltà, ma intere famiglie e comunità. Ogni giorno, grazie ai nostri programmi, vediamo come l’ascolto, la formazione e il lavoro possano trasformare il dolore in risorsa. Crediamo profondamente che offrire strumenti concreti significhi restituire dignità, autonomia e speranza”, dichiara Felicia Giagnotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca.
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