
Opus Dei: Roma, sabato 24 maggio l’ordinazione di 20 sacerdoti nella basilica di Sant’Eugenio
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Nel 2024, i casi di morbillo nella Regione europea hanno superato i 127mila, il numero più alto registrato in 27 anni. I casi di pertosse hanno raggiunto gli 87mila nel 2023, il numero più alto degli ultimi 29 anni. Anche i casi di difterite segnalati sono aumentati a 578 nel 2022 e 264 nel 2023, rispetto a meno di 100 in ciascuno dei 13 anni precedenti. La Regione europea è esente da trasmissione endemica di poliovirus selvaggio da oltre 20 anni. Tuttavia, le importazioni di virus sono in aumento, come rilevato dalla sorveglianza di routine delle acque reflue, rappresentando un rischio particolare per qualsiasi popolazione in cui la copertura vaccinale contro la poliomielite non sia ottimale. A lanciare l’allarme sono oggi Oms e Unicef, in apertura della Settimana europea per l’immunizzazione (27 aprile-3 maggio). Secondo le due agenzie, “se queste tendenze dovessero continuare, il conseguente peso delle malattie prevenibili con la vaccinazione potrebbe ostacolare la capacità dei sistemi sanitari di gestire i casi e la loro resilienza nell’affrontare le nuove sfide sanitarie man mano che si presentano”. Di qui l’urgenza per tutti i Paesi di preservare i progressi acquisiti in materia di salute pubblica attraverso tre misure concrete.
Occorre, si legge in una nota congiunta, “mantenere il finanziamento dei vaccini e dei servizi di immunizzazione come priorità sanitaria assoluta, anche sostenendo la ricerca e lo sviluppo di nuovi vaccini; rendere la vaccinazione tempestiva facilmente accessibile a tutti, prestando particolare attenzione a raggiungere le comunità remote, rurali o sotto-vaccinate; costruire la fiducia del pubblico nei vaccini comunicando in modo chiaro, responsabilizzando gli operatori sanitari, contrastando la disinformazione e coinvolgendo le comunità secondo le loro esigenze”. In alcuni Paesi potrebbero essere necessari ambulatori mobili per le vaccinazioni e campagne porta a porta per raggiungere le comunità svantaggiate. “Sappiamo cosa funziona – concludono Oms e Unicef -: una copertura vaccinale elevata ed equa. Aiuterà ogni Paese a prevenire le epidemie, ad alleggerire il carico sul sistema sanitario e a ridurre inutili sofferenze e decessi. Lavorando insieme, possiamo raggiungere coloro che sono esclusi e offrire a tutti i benefici dei vaccini, a tutte le età. L’immunizzazione per tutti, nell’ambito più ampio della salute per tutti, è umanamente possibile”.
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