
Iran: Amnesty International, “Pakhshan Azizi nuovamente a rischio di esecuzione”
Iran: Amnesty International, “Pakhshan Azizi nuovamente a rischio di esecuzione”
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Abituati come siamo ad usare “tante, a volte troppe” parole tutti i giorni e a “un ritmo spesso frenetico e superficiale, rischiamo di non valutare l’importanza che hanno come strumento di costruzione di relazioni e quindi di comunità”. Lo ha detto questa mattina il vescovo di Cassano allo Jonio e vice presidente della Cei, mons. Francesco Savino, incontrando i giornalisti, in occasione della festa di San Francesco di Sales, alla presenza anche di Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria.
Citando il tema della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, mons. Savino ha sottolineato che l’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale “sta rendendo sempre più naturale comunicare attraverso i mezzi tecnologici, così che è diventato sempre più difficile distinguere il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani. Come tutte le rivoluzioni anche questa pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare”. Per il presule è importante “guidare” l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché “vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet. È necessario che la comunicazione sia orientata a una vita più piena della persona umana”. L’intelligenza artificiale contiene “i germi di una potenziale rivoluzione nel complesso sistema dell’informazione” ma di fronte ad un problema “ci sono sempre due scelte e si può seguire una strada invece che un’altra. Si può decidere di farsi travolgere dal problema, senza cercare una soluzione positiva, oppure si può sfruttare l’occasione, trasformando il problema in una nuova opportunità. L’intelligenza artificiale può diventare anche per i giornalisti un’occasione per crescere, per acquisire nuovi sistemi per organizzare il loro lavoro”. Per mons. Savino “non esiste intelligenza artificiale che possa sostituire” il “vostro talento e la vostra capacità di lavorare per un bene superiore, cioè una società più consapevole e informata”, ha detto rivolgendosi agli operatori della comunicazione che dovrebbero vedere nell’intelligenza artificiale “una preziosa risorsa per raccogliere dati e informazioni e, di conseguenza, per fornire un lavoro giornalistico migliore e più accurato e quindi può essere vista come un alleato, e non come un pericoloso nemico”. Il presule invita i giornalisti a farsi “sapienti”, nel senso “più pieno e più bello del termine: aiutate tutti, incoraggiate tutti ad acquisire consapevolezza dei propri doni, delle proprie qualità, dei punti di forza della propria indole. Con il vostro lavoro di tessitori di relazioni aiutateli a non relegarli nella prigione della propria interiorità o fini a se stessi, ma a farli fruttare, a non temere di metterli a disposizione del prossimo, di adoperarli laddove ve n’è più bisogno, poiché soltanto mediante la generosità e la condivisione si può dar vita ad una comunicazione pienamente umana e costruire una comunità tra fratelli”.
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