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“Spesso ci sentiamo i padroni di Dio, i conoscitori perfetti della verità, mentre siamo solo dei pellegrini a cui è stata data la Parola, che è il Figlio di Dio incarnato, perché ciò che ci ha dato il dono di vivere nella gloria di Dio è solo frutto di grazia e di quell’infusione dello Spirito Santo che ci fa, appunto, spirituali. E in oriente, padre e madre spirituale sono il monaco, la monaca o comunque la guida di quanti cercano Dio”. Lo ha detto il card. Claudio Gugerotti, già prefetto delle Chiese orientali, nell’omelia della messa in suffragio di Papa Francesco, presieduta nella basilica di San Pietro, nel settimo giorno dei Novendiali, e alla quale sono invitate in particolare le Ciese orientali. “In questa Eucaristia – ha affermato il cardinale – noi intendiamo unirci come possiamo e sappiamo, pur nelle nostre aridità, distrazioni, continue perdite di focalizzazione sul solo necessario, al gemito inesprimibile dello Spirito che grida a Dio ciò che gli è gradito e ciò che esprime in pienezza il gemito della nostra natura, che noi non sappiamo formulare in parole, anche perché non ci concediamo neppure, travolti dalla fretta, il tempo per conoscerci, per conoscerlo, per invocarlo”. “Chi ama la sua vita la perderà – ci ricorda il Vangelo secondo Giovanni – e chi odia la propria vita la troverà”, ha proseguito Gugerotti: “In questa frase così estrema il Signore esprime la nostra specificità di cristiani, considerati dal mondo seguaci di un perdente, di uno sconfitto della vita, che attraverso la morte, e non attraverso l’edificazione di un regno terreno, ha salvato il mondo e redento ciascuno di noi”.
Fonte: Agensir