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“Sia il Cristo la stella polare e al tempo stesso la bussola delle vostre attese, dei vostri incontri, dei vostri dialoghi, delle scelte che sarete chiamati a compiere”. È l’invito dell’abate di San Paolo fuori le mura, Donato Ogliari, nella meditazione tenuta nel corso della sesta Congregazione generale del Collegio cardinalizio, in corso questa mattina. Mitezza e umiltà le parole chiave additate dal religioso, che devono tradursi in un “modo di stare davanti a Dio e davanti agli uomini: davanti a Dio, con un atteggiamento di confidenza, docilità e obbedienza; davanti agli uomini, con un atteggiamento di accoglienza, di compassione, di disponibilità al perdono e al servizio”. “Il fatto che Gesù inviti ad imparare da Lui significa che la mitezza e l’umiltà non appartengono all’essere umano in modo naturale”, ha spiegato Ogliari, secondo il quale “istintivamente, noi saremmo più inclini alla superbia e all’arroganza che non alla mitezza e all’umiltà. E poiché la Chiesa è chiamata a mostrare al mondo il volto del Suo Signore, essa deve quotidianamente lasciarsi evangelizzare per imparare sempre più e sempre meglio che cosa significhi essere nel mondo il volto mite, umile e compassionevole di Gesù”. In sintesi, per l’abate, “la Chiesa radicata in Cristo è una Chiesa capace di incarnarsi nella storia e di attraversarla con fiducia in compagnia del suo Signore, non conformandosi ai criteri mondani di potenza e di dominio, ma modellandosi su quelli della mitezza e dell’umiltà, dell’amore misericordioso e compassionevole che Gesù ha incarnato nella sua vita terrena”.
Fonte: Agensir