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“Tutto ciò che farai quest’anno per contrastare l’indifferenza, per costruire ponti dove altri innalzano muri, per dare voce a chi non ha voce, per accompagnare chi è caduto a rialzarsi, sarà un seme di futuro migliore per tutti noi. La storia siamo noi”. Lo scrive il direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello, in una lettera destinata ai giovani che iniziano o terminano l’esperienza del servizio civile in Caritas. “Cara volontaria, caro volontario, desidero accoglierti in questa esperienza e dare inizio al tuo servizio civile come operatore volontario con un sentimento di profonda gratitudine. Grazie per aver scelto di arricchire l’esperienza del cammino Caritas con la forza del tuo entusiasmo e la ricchezza dei tuoi talenti”, dice don Pagniello, citando la canzone di Francesco De Gregori “La storia siamo noi”. “Quest’anno è nei margini, nelle ferite, nelle mani che chiedono ascolto che cercherai il tuo posto nel mondo, il tuo modo di esprimere te stesso, ma anche negli sguardi che ti restituiranno fiducia, nei legami che nasceranno, nella bellezza inaspettata che sboccia dove meno te l’aspetti. Non restare fermo. Scegli di essere come quelle ‘onde nel mare’ che muovono le acque e generano un sano e vitale movimento”, scrive. “Ti invito a camminare accanto a chi incontrerai, con rispetto e senza fretta – suggerisce il direttore di Caritas italiana -. Questo servizio sarà, per molti versi, anche un pellegrinaggio interiore: ti porterà a rimettere in discussione certezze, ad aprire spazi nuovi, ad ascoltare la vita degli altri come fosse un po’ anche la tua. Lasciati andare con fiducia, lasciarti trasformare dagli incontri, a non temere le domande per custodire ogni esperienza. E soprattutto, sii certo che ogni relazione costruita con amore, ogni parola detta con verità, ogni passo fatto con gli altri è un pezzo di storia che si scrive a più mani”.
Fonte: Agensir