
Diocesi: mons. Ambarus (Matera), “ospitiamoci gli uni gli altri a partire da un ascolto reciproco”
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“Non possiamo fare comunità se siamo disgregati – ha detto – e non possiamo fare politica senza prima essere capaci di vivere relazioni vere”. Lo ha affermato ieri sera Elena Granata, urbanista del Politecnico di Milano e vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, intervenendo all’evento “Politiche per la democrazia. Partecipazione e proposte dalla 50ª Settimana sociale dei cattolici di Trieste” ospitato presso la locale Camera di Commercio. Nell’occasione è stato presentato il volume “Al cuore della democrazia” che contiene gli atti della kermesse svoltasi meno di un anno fa nel capoluogo giuliano.
Giovanni Grandi, professore di Filosofia morale all’Università di Trieste e membro del Comitato, ha illustrato “Partecipare in Italia” con 19 raccomandazioni e 230 proposte elaborate dai circa 1.200 delegati provenienti da tutta Italia che nel luglio scorso hanno partecipato alla 50ª Settimana sociale. “Non è un documento redatto da una segreteria – ha precisato – ma il risultato di processi di convergenza reale”. Tra i nodi emersi: la difficoltà di coinvolgere i giovani e la fragilità della formazione sociopolitica nelle comunità cristiane. L’invito che ne scaturisce – ha osservato – è chiaro: “Non polarizzare, ma riunire; non competere, ma cooperare”. La democrazia, ha ricordato, può e deve fondarsi su logiche collaborative.
Granata – che ha posto l’interrogativo: “Siamo ancora capaci di cooperare, di mettere da parte i particolarismi per camminare insieme?” – ha interpretato le raccomandazioni come segnali di una comunità che “non cerca ricette, ma condizioni di possibilità”. Le tre urgenze che emergono dai lavori? Formazione, connessione tra generazioni e ricucitura tra impegno sociale e politico.
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