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Sovrano Ordine Malta: Roma, in Libano il valore della pluralità religiosa e culturale per la pace

di Redazione Web

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“La pluralità religiosa e culturale del Libano è il cuore della nostra identità nazionale e un pilastro della stabilità regionale. Ogni progetto sostenuto attraverso l’Ordine di Malta rafforza il legame tra il nostro popolo e la sua terra, e alimenta la speranza in un futuro comune”. Con queste parole Joseph Aoun, Presidente del Libano, ha aperto il workshop internazionale “Rebuilding Lebanon, preserving its diversity”, ospitato oggi alla Villa Magistrale di Roma. L’evento, organizzato dal Sovrano Ordine di Malta e dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta, ha riunito figure istituzionali e religiose per discutere la rinascita di un Paese simbolo del Medio Oriente. “Ogni centro medico riaperto, ogni medico formato, ogni paziente curato, ogni impianto di compostaggio installato è un seme di pace piantato in un terreno difficile, ma fertile”, sono state le parole del Gran Cancelliere Riccardo Paternò di Montecupo, che ha aggiunto: “Il Libano ha bisogno di essere curato, nel corpo ma anche nell’anima. È per questo che l’Ordine continuerà a stare accanto al suo popolo, nel solco della nostra missione millenaria”. L’ambasciatore Bernhard Kotsch ha sottolineato “la fiducia reciproca” che da anni lega Germania e Ordine di Malta negli aiuti umanitari. Tra i protagonisti anche Maria Emerica Cortese, ambasciatrice dell’Ordine in Libano, e i responsabili dei progetti in loco Oumayma Farah, Kees Zevenbergen ed Elias Ghadban, che hanno illustrato iniziative sanitarie e agro-umanitarie. “Questa comunione di diversità è importante perché è unica: è un modello universale. Finché funziona diventa un segno tangibile che l’impossibile è possibile, cioè che la convivenza che noi auspichiamo in tutti i modi – e che in questo momento sembra tutt’altro che garantita – nella storia si è verificata”, ha dichiarato nel suo intervento il card. Claudio Gugerotti, Prefetto per il Dicastero delle Chiese orientali, seguito dagli interventi di Tobias Tunkel, Ghady El Khoury e Marwan Sehnaoui che hanno evidenziato la centralità del dialogo interreligioso, prima della conclusione del Grande Ospedaliere Josef D. Blotz.

Fonte: Agensir

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