Avvenire di Calabria

Legati (per affari) alle cosche Tegano-Molinetti e Serraino: hanno inondato di marijuana la Città, specialmente tra i minorenni

Spacciavano in pieno giorno, arrestati in diciannove a Reggio

Redazione Web

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Più che pusher, una vera e propria organizzazione di «distributori» di sostanze stupefacenti divisa in due bande. Spacciavano in pieno giorno, in quello che - come hanno certificato le immagini dei carabinieri - era il loro regno: Rione Guarna/Caridi, piazza di spaccio a un tiro di schioppo dal centro storico di Reggio Calabria. Un'area che, dal 2017 al 2020, si era ampliata coinvolgendo altri luoghi di smercio di sostanze stupefacenti nei quartieri di Sbarre (da cui prende il nome l'operazione) e Viale Calabria. L'inchiesta è stata coordinata dai pm Ignazitto e Minutolo.

 
Scorrendo l'elenco dei 19 fermati dalla Benemerita reggina, non ci sono nomi legati - in termini di consanguineità - alle cosche di 'ndrangheta. Eppure tra gli arrestati - tutti compresi tra i 22 e i 35 anni - non mancava chi cercava aderenze e sostegno alle consorterie del malaffare. Parliamo dei Tegano-Molinetti, ma anche del clan dei Serraino: erano loro i "grossisti" di marijuana (core business dei gruppi criminali) e cocaina.
 
Tra i reati contestati vi è anche un sequestro di persona ai danni di due minorenni che avrebbero rubato della droga per rivenderla. Questo l'episodio più cruento della "guerra feedda" tra le due bande, contestato in particolar modo a quella guidata da Luigi Chillino e Gabriele Foti. Sono loro a "macchiarsi" del reato più cruento: il sequestro per diverse ore di due ragazzi prima nascosti in un appartamento di via Bolzano e poi trasferiti - prima di essere rilasciati - in una cantina del viale Europa. Sono stati imbavagliati e minacciati con le pistole: una questione risolta soltanto dall'intervento del carismatico Antonio, "Totò", Sarica, l'uomo-ponte coi clan. Era lui il maggiorente del secondo gruppo di spacciatori, assieme ad Andrea Pennica, detto "Barone", e Gianluca Mirisciotti, detto "Pupo".
 
Sedici degli arrestati sono stati fermati in flagranza di reato. Di seguito i nomi delle due bande individuate da Procura e Carabinieri:

(in carcere)

CHILLINO Luigi, nato a Reggio Calabria il 05.08.1985;

AZZAZI Anouar, nato a Casablanca (Marocco) il 22.8.1984, detenuto nella casa circondariale di Cosenza;

FOTI Andrea, nato a Reggio Calabria 15.5.1981;

SELLAK Imaddin, nato a Reggio Calabria il 4.1.1999, detenuto nella casa circondariale di Reggio Calabria;

FOTI Gabriele, nato a Reggio Calabria il 2.10.1992, detenuto nella casa circondariale di Reggio Calabria;

FOTI Stefano, nato a Reggio Calabria l’1.7.1972;

FOTI Demetrio, nato a Reggio Calabria il 3.1.1994;

GALLO Vincenzo, nato a Reggio Calabria il 19.1.1989, sottoposto agli arresti domiciliari a Reggio Calabria;

GATTO Carmelo, nato a Reggio Calabria il 27.1.1989;

IDONE Pasquale, nato a Reggio Calabria il 28.7.1989;

FROSINONE Antonino, nato a Reggio Calabria il 26.12.1993;

AMRANI Anas, nato ad Isola della Scala (VR) il 28.5.1998;

CHILLINO Giuseppe, nato a Reggio Calabria il 19.3.1965;

SARICA Antonio, nato a Reggio Calabria il 28.11.1988;

PENNICA Andrea, nato a Reggio Calabria l’8.12.1998;

MIRISCIOTTI Gianluca, nato a Reggio Calabria il 14.11.1989;

LAROCCA Alessandro, nato a Reggio Calabria il 12.6.1993;

(obbligo quotidiano di presentazione alla P.G.)

BALATSYR Viktoriya, nata a Kremenchuk (Ucraina) il 15.2.1998;

REPACI Sebastiano, nato a Reggio Calabria il 17.12.1986.

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