
Tirocinanti calabresi, la Regione esclude proroghe: percorso alternativo per chi resta fuori
La Regione conferma lo stop alle proroghe: solo i Comuni che aderiranno entro fine luglio potranno accedere alla stabilizzazione
Cresce l’attesa per una soluzione definitiva alla storica vertenza che coinvolge i Tirocinanti di Inclusione Sociale (Tis) in attesa di stabilizzazione. A San Ferdinando arriva un primo segnale, ma le difficoltà finanziarie impediscono una stabilizzazione completa. L’amministrazione rilancia l’appello a Governo e Regione per una risposta strutturale e duratura.
Oltre un anno fa, il sindaco di San Ferdinando, in occasione di una serie di incontri tra lavoratori, sindacati e amministrazione comunale, dichiarava che i Tirocinanti di Inclusione Sociale rappresentano «l’ultima riserva indiana di lavoratori precari cui è preclusa una rassicurante visione del domani». A tale condizione non si legano solo ragioni esistenziali — come il desiderio di autorealizzazione, sicurezza e superamento del precariato — ma anche motivi funzionali: senza il loro contributo, molti enti pubblici andrebbero incontro a una paralisi organizzativa.
L’amministrazione, consapevole del valore e della funzione di questi lavoratori, si è sempre battuta per il pieno riconoscimento dei loro diritti, sottolineando l’irrinunciabile apporto che apportano quotidianamente alla vita amministrativa delle comunità locali.
A quindici mesi di distanza da quell’appello, la situazione sembra essersi sbloccata ma non completamente. Il Comune di San Ferdinando ha formalmente aderito alla piattaforma per la stabilizzazione dei tirocinanti, convinto che lavoro e dignità siano priorità irrinunciabili per ogni pubblica amministrazione. Tuttavia, dopo un’accurata valutazione dell’impatto finanziario nel tempo, il Comune ha dichiarato di non poter garantire la stabilizzazione dell’intera platea coinvolta.
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Il sindaco ha ribadito: «Pur riconoscendo con gratitudine gli sforzi sinora compiuti da Regione Calabria e Governo nazionale, non possiamo ignorare un nodo cruciale: senza lo stanziamento di fondi strutturali e storicizzati, non sarà possibile garantire l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i tirocinanti. Ci troviamo di fronte a quella che rappresenta l’ultima vera sacca di precariato strutturale, composta da persone che da anni contribuiscono attivamente all’espletamento dei doveri pubblici, sopperendo con dedizione e senso di responsabilità alle carenze organizzative degli enti locali».
Nel frattempo, la Giunta comunale delibererà formalmente l’autorizzazione al reclutamento tramite la procedura prevista dall’articolo 16 della Legge 56/1987, ma — è stato ribadito — non può essere solo dei Comuni l’onere di una stabilizzazione dignitosa e completa.
L’amministrazione ha rivolto un ulteriore appello a Regione e Governo: «Serve uno scatto di volontà politica, affinché si trovino le risorse necessarie a rendere possibile la piena stabilizzazione di questi lavoratori. Una risposta è dovuta non solo alle loro legittime aspirazioni occupazionali, ma anche al bisogno umano e sociale di un’esistenza fondata sulla sicurezza e sul riconoscimento del proprio ruolo».
Il primo cittadino ha concluso con parole nette: «Faremo di tutto per garantire la stabilizzazione dell’intero bacino. Ma non possiamo rimanere ostaggi della dicotomia tra l’essere artefici del futuro dissesto dell’ente o assumere il ruolo di carnefici conto terzi. È necessaria una chiara assunzione di responsabilità da parte di tutti. Confidiamo che oggi si apra una nuova fase negoziale e che si ascoltino le nostre grida di aiuto».
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