Avvenire di Calabria

Sud Sudan: arrestato il vicepresidente Machar. Il vescovo di Wau, “non è il momento per guerre insensate”

di Redazione Web

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Precipita la situazione in Sud Sudan dove ieri, 26 marzo, il primo vice presidente Riek Machar è stato posto agli arresti domiciliari, segnando una nuova tappa nel riacceso scontro tra questi e il presidente Salva Kiir. “Non è questo il momento per guerre insensate; al contrario, i politici devono promuovere un clima di unità e impegnarsi in dialoghi di pace per affrontare le sfide che la popolazione si trova ad affrontare” ha dichiarato Mons. Matthew Remijio Adam Gbitiku, vescovo di Wau, come riferito da agenzia Fides.
Secondo quanto ha reso noto dal Sudan People’s Liberation Movement-in-Opposition, il partito di Machar, quest’ultimo, la moglie e due guardie del corpo sarebbero trattenuti in casa, accusati di coinvolgimento nei recenti scontri tra l’esercito e la milizia Armata Bianca a Nasir, nello Stato dell’Alto Nilo.  L’arresto di Machar è avvenuto in una giornata contrassegnata da tiri di artiglieria nei pressi della capitale, Juba. Le forti tensioni di questi giorni hanno indotto diverse ambasciate a Juba a chiedere ai propri concittadini di lasciare il Sud Sudan (l’ambasciata statunitense ha ridotto il suo personale ai livelli essenziali) mentre si moltiplicano gli appelli per trovare una soluzione pacifica alla crisi che rischia di far precipitare di nuovo il Paese nella guerra civile.
Il Council of Evangelical Churches of South Sudan ha chiesto “un’indagine imparziale sulle cause profonde di questi conflitti. Se qualcuno viene ritenuto colpevole, dovrebbe essere portato in tribunale per essere giudicato”. Esprime inoltre “preoccupazione per la presenza di forze straniere nel Sudan del Sud” e incoraggia “la risoluzione dei problemi di sicurezza attraverso l’impegno diplomatico, assicurando che siano rispettate la sovranità nazionale e la stabilità del Paese”.

Fonte: Agensir

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