Avvenire di Calabria

Sud Sudan: vescovi preoccupati per “escalation violenza e deterioramento clima politico”

di Redazione Web

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“Noi vescovi del Sudan e del Sud Sudan parliamo con una voce unica, preoccupati e allarmati dall’escalation di violenza e dal deterioramento del clima politico nel Sud Sudan”: è l’allarme lanciato in un messaggio dai vescovi della Conferenza episcopale del Sudan e Sud Sudan a causa della crescente instabilità politica e securitaria nel Sud Sudan. I vescovi denunciano i violenti scontri tra le forze governative e l’opposizione in seguito all’arresto del vicepresidente Riek Machar la settimana scorsa. Il messaggio pervenuto al Sir porta la data del 28 marzo ed è firmato dall’arcivescovo di Juba e presidente della Conferenza episcopale, cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla e da tutti i vescovi. “Il popolo del Sud Sudan ha sofferto troppo a lungo. La guerra ha portato via i loro figli, le loro case, il loro futuro, e ancora una volta le nubi oscure del conflitto si stagliano sopra la nostra nazione”, scrivono.  “Fin dall’inizio di questa nuova crisi, la Chiesa ha costantemente chiamato alla moderazione, al dialogo e all’impegno per il rispetto dell’Accordo Revitalizzato per la Risoluzione del Conflitto in Sud Sudan (R-arcss)”, si legge nel messaggio. “Chiediamo ancora una volta al presidente Salva Kiir, a tutti i leader politici e alle parti dell’accordo, compreso il governo di transizione, di onorare i propri impegni nei confronti del popolo del Sud Sudan e resistere alla tentazione di tornare alle armi”, affermano.
I vescovi chiedono inoltre di “resistere ai discorsi d’odio, all’incitamento tribale e alla disinformazione, specialmente attraverso i social media. Non lasciate che i vostri cuori si induriscano. Questa terra è vostra e dei vostri figli. Non lasciate che sia di nuovo intrisa di sangue”. Durante una conferenza stampa che si è svolta sabato scorso a Juba, capitale del Sud Sudan, il card. Mulla ha ribadito che la situazione attuale segna una tragica inversione del processo di pace. L’arcivescovo ha inoltre condannato il coinvolgimento dell’esercito ugandese in Sud Sudan, che sta solo peggiorando la situazione. “L’arresto dei leader dell’opposizione e il coinvolgimento di forze militari straniere, in particolare l’impiego delle Forze di Difesa del Popolo Ugandese (Updf), hanno soltanto aumentato la paura e la sfiducia. Questi interventi rischiano di trasformare il nostro amato Paese in un campo di battaglia per interessi esterni e manipolazioni politiche”, ha aggiunto. L’arcivescovo di Juba ha avvertito che se il Sud Sudan dovesse tornare a una violenza su larga scala, le conseguenze sarebbero devastanti: perdita di vite umane, collasso dell’unità nazionale e distruzione delle fragili istituzioni che potrebbero compromettere il futuro delle generazioni a venire. “L’abbandono politico dei poveri, dei sfollati, degli orfani e delle vedove non sarà dimenticato davanti a Dio”, ha sottolineato. Il messaggio si conclude con un appello a tutta la popolazione a non abbandonare la speranza e a lavorare per un futuro di pace. La Chiesa si è dichiarata pronta a mediare il dialogo e ad essere voce per chi non ha voce, invitando la comunità internazionale e tutte le persone di buona volontà a schierarsi contro la guerra.

Fonte: Agensir

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