Avvenire di Calabria

Sud Sudan: Wfp e Unicef, più di 60.000 bambini malnutriti nello Stato dell’Upper Nile a causa dei combattimenti

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Più di 60.000 bambini malnutriti nello Stato dell’Upper Nile nel Sud Sudan rischiano di sprofondare ulteriormente nella malnutrizione a causa dell’insufficienza delle forniture terapeutiche e dell’ostacolo agli sforzi di rifornimento, hanno ricordato oggi il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) e l’Unicef. L’intensificarsi dei combattimenti lungo il fiume Nilo Bianco ha fatto sì che da quasi un mese nessun rifornimento umanitario raggiungesse l’area. Il fiume è il principale corridoio di rifornimento umanitario verso l’Upper Nile.
Lo Stato dell’Upper Nile ha uno dei tassi di malnutrizione più alti del Sud Sudan, con oltre 300.000 bambini colpiti da malnutrizione moderata o grave nell’ultimo anno. Con l’avanzare della stagione delle piogge e il conflitto che continua a causare lo sfollamento delle famiglie, si prevede che la diffusione di malattie trasmesse dall’acqua e l’aumento dell’insicurezza alimentare contribuiranno ad aumentare il numero di bambini malnutriti.
Senza l’accesso urgente e il rifornimento di assistenza vitale, il Wfp e l’Unicef prevedono di esaurire le scorte nutrizionali per curare i casi moderati e gravi di malnutrizione entro la fine di maggio. Questo porterà a un blocco dei programmi di cura salvavita in tutto lo Stato, con conseguenze per decine di migliaia di bambini in cura. A metà aprile, le barche che trasportavano 1.000 tonnellate di cibo e forniture nutrizionali destinate allo Stato dell’Upper Nile sono state costrette a tornare indietro a causa dell’insicurezza. Quasi 3.000 tonnellate aggiuntive sono in attesa a Bor – un hub per i carichi umanitari lungo il fiume Nilo – pronte per essere consegnate non appena le condizioni lo permetteranno.
A causa dei problemi di sicurezza e dell’alto valore delle forniture nutrizionali, il Wfp e l’Unicef non sono in grado di preposizionare le scorte nelle aree insicure, perché così facendo le strutture sanitarie e i magazzini sarebbero sempre più vulnerabili ai saccheggi. Nell’Alto Nilo, dall’inizio del conflitto sono stati già saccheggiati quasi 2.000 scatole di materiale nutrizionale salvavita (circa 26 tonnellate), privando circa 1.900 bambini della loro unica possibilità di cura e guarigione. Il Wfp e l’Unicef avvertono che senza una ripresa urgente e sicura delle consegne, i bambini dell’Upper Nile dovranno affrontare le conseguenze devastanti dell’interruzione delle cure, annullando i risultati faticosamente raggiunti nella lotta alla malnutrizione e mettendo ancora più a rischio la vita dei più piccoli e dei più vulnerabili.

 

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: