Avvenire di Calabria

Suicido assistito: network associazioni, “doverosa una legge che lo prevenga, riaffermi indisponibilità vita umana e garantisca cure a chi soffre”

di Redazione Web

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“In giorni decisivi per il popolo italiano in cui si tratta di scegliere se regolare per legge il suicidio assistito, sentiamo il dovere di non tacere e di levare forte la nostra voce”. A prendere la parola è un network di associazioni: Alleanza cattolica, Centro studi Rosario Livatino, Comitato tecnico scientifico Ucid, Ditelo sui tetti, Movimento per la vita. “È una voce che si rivolge alle istituzioni – si legge in una nota – per dire, come ha fatto la Corte costituzionale, che il primo dovere dello Stato è difendere la vita di ogni uomo e di ogni donna, senza condizioni, affermandone la sua irrinunciabile dignità e la sua eguaglianza nel godimento dei diritti fondamentali. La difesa della vita richiede coraggio, impegno, risorse economiche, passione per la persona e diventa aiuto per i sofferenti e per le loro famiglie attraverso la cura e la vicinanza. È questa la strada da percorrere, l’unica veramente umana”.
La regolazione per via legislativa del suicidio assistito e, peggio ancora, dell’eutanasia “sancisce, al contrario, la vittoria della disperazione, la fine del senso di umana solidarietà che, di fronte al dolore di chi soffre, non può aiutare l’uomo a darsi la morte, ma deve farsi vicino al corpo e allo spirito del malato”. L’intervento normativo, secondo le associazioni, “dovrà pertanto riaffermare l’indisponibilità e l’ inviolabilità della vita umana, rafforzando il ruolo del Servizio sanitario nazionale per la prestazione delle cure palliative e mantenendo il disvalore penale dell’assistenza al suicidio”.
Rendere disponibile la vita di chi soffre “trasforma il malato in una persona esistente per scelta e lo obbliga a giustificare ogni giorno davanti a sé e davanti agli altri la sua pretesa di esistere. Implica, in una parola, che la sua vita vale meno di quella dei sani”. Di qui un appello: “Contro questa deriva si uniscano laici e cattolici, credenti e non credenti, donne e uomini liberi per difendere il valore universale della vita, della dignità e della libertà di ogni essere umano. I cattolici, poi, sono chiamati a dare a tutti le ragioni perché non si pervenga a leggi – oggi inesistenti in Italia – che regolino il suicidio assistito e l’eutanasia. Inoltre, i parlamentari cristiani hanno il compito di far capire che non si tratta di ‘confessionalizzare’ il problema, che riguarda la coscienza e la vita concreta di ogni uomo, ma di ascoltare le parole sagge e laiche – concludono le associazioni – espresse dal Magistero sul tema, in particolare nella Samaritanus bonus”.

Fonte: Agensir

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