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Un primo segnale concreto per i tirocinanti calabresi arriva dalla Regione: incentivo da 25.000 euro per ogni stabilizzazione. I sindacati chiedono più risorse e un impegno duraturo.
Sulla vertenza dei tirocinanti calabresi si registra una svolta attesa da anni. Presso la Cittadella Regionale di Catanzaro, si è tenuto un incontro istituzionale che ha visto la partecipazione della Regione Calabria, rappresentata dall’assessore al Lavoro Giovanni Calabrese e dal direttore generale del Dipartimento Lavoro Fortunato Varone, insieme alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e alle rispettive categorie Nidil, Felsa e Uiltemp.
Presenti anche Anci Calabria, con la presidente e una delegazione di sindaci, e l’Upi Calabria per le province.
Durante l’incontro, la Regione ha presentato una prima proposta concreta: un contributo di 25.000 euro per ciascun tirocinante che verrà assunto a tempo indeterminato. La somma coprirebbe il 50% del costo del lavoro per tre anni, come incentivo rivolto agli enti locali che decideranno di trasformare i tirocini in veri contratti.
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Si tratta di una risposta concreta a una storica rivendicazione sindacale, che chiede da tempo di uscire dalla logica dei rinnovi infiniti e di garantire contrattualizzazione, diritti e retribuzioni certe.
Pur accogliendo positivamente l’apertura della Regione, Anci Calabria ha sollevato criticità operative e finanziarie, proponendo che l’incentivo venga spalmato su dieci anni per rendere le assunzioni più sostenibili per i Comuni.
L’assessore Calabrese ha manifestato la disponibilità a verificare la fattibilità tecnica di tale estensione e ha annunciato l’intenzione della Regione di intervenire presso il Governo nazionale per ottenere maggiori risorse.
Cgil, Cisl e Uil, insieme a Nidil, Felsa e Uiltemp, hanno definito l’incontro un passaggio storico, ma avvertono che non basta. Hanno chiesto di rafforzare il contributo economico previsto, aumentare la “dote” per ogni assunzione e superare i vincoli normativi che frenano i Comuni, chiedendo il sostegno diretto del Governo.
«Finalmente si parla di contratti, non più di proroghe, grazie alla nostra pressione unitaria e alla determinazione dei lavoratori – dichiarano le tre sigle –. Ma ora servono fatti concreti: più risorse, continuità e una governance chiara per guidare la stabilizzazione».
La vertenza dei tirocinanti non è ancora conclusa, ma l’incontro rappresenta una svolta concreta. Il confronto, pur segnato da divergenze, si è svolto in un clima costruttivo. L’obiettivo condiviso è costruire un percorso stabile e dignitoso per migliaia di lavoratori che, da anni, prestano servizio nei Comuni, enti locali e strutture regionali senza alcuna garanzia occupazionale.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se le buone intenzioni si trasformeranno in azioni strutturali e risolutive.
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