Dal 26 agosto al 2 settembre la seconda edizione della rassegna promossa dal Cinecircolo Maurizio Grande
Torna a Diamante “7 giorni con le donne per i diritti umani” per riflettere sull’equità di genere e sui diritti umani
Dedicata ad Angela Maria Aieta, vittima dei voli della morte in Argentina, la manifestazione esplora il tema attraverso incontri, mostre e ospiti d’eccezione
di Redazione Web
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Dal 26 agosto al 2 settembre Diamante ospita la seconda edizione della rassegna promossa dal Cinecircolo Maurizio Grande: una settimana di eventi, mostre e incontri per riflettere sui diritti umani e sul ruolo delle donne nella società, attraverso testimonianze storiche e attuali, nel solco dell’impegno civile e culturale.
Sette giorni per riflettere sui diritti umani e sull’equità di genere in aspetti diversi del vivere quotidiano, perché laddove le opportunità e le possibilità siano diverse per donne e uomini si violano i diritti umani naturali.
Angela Maria Aieta, il volto della memoria nella seconda edizione
Lo scorso anno la rassegna era dedicata alla prima sindaca donna d’Italia, la calabrese Caterina Tufarelli Palumbo, sindaca di San Sosti. La seconda edizione è invece dedicata ad Angela Maria Aieta e abbraccia una storia ancora drammaticamente attuale: quella dei desaparecidos, oppositrici e oppositori politici che tra gli anni ‘70 e ‘80 furono arrestati dalle polizie dei regimi dittatoriali in Argentina, Cile, Uruguay, torturati e uccisi senza lasciare alcuna traccia.
Tra i trentamila desaparecidos argentini anche Angela Maria Aieta, nata a Fuscaldo ed emigrata in gioventù, che denunciò pubblicamente le torture cui venivano sottoposti i prigionieri politici sotto il regime di Videla, fino ad essere prelevata da un commando militare, portata nei locali dell’ESMA (Escuela Superior de Mecánica de la Armada), torturata per mesi e gettata nell’Oceano Atlantico da uno dei cosiddetti Voli della Morte.
A testimoniare la storia di Aieta e di altri desaparecidos, saranno Anna Maria De Luca, giornalista e nipote di Angela Maria Aieta, che ha seguito per Repubblica.it le udienze del processo ESMA, terminato con la condanna all’ergastolo per i capi della dittatura militare argentina responsabili dell'omicidio di Aieta, e Dora Salas Iantorno, giornalista argentina anch’ella imprigionata negli anni del regime.
Sette serate di ospiti e temi legati all’equità di genere
Tante le ospiti delle sette serate che permetteranno di spaziare nella tematica dell’equità di genere, dallo sport al cinema, fino alla letteratura.
Le donne nello sport saranno rappresentate e raccontate da Milena Bertolini, ex giocatrice di calcio e C.T. della Nazionale di calcio femminile italiana dal 2017 al 2023, e Federica D’Astolfo, ex capitana della Nazionale.
La serata dedicata ai diritti umani vedrà protagonista Laura Petruccioli, responsabile del Progetto Arte per i Diritti Umani di Amnesty International Italia.
La donna nel cinema sarà rappresentata dalla regista Danila Trapani, che curerà un workshop su come si crea un film d’animazione.
La tematica delle donne in letteratura vedrà protagonista Pina La Banca, editrice e fondatrice di QeD edizioni. Insieme a lei, Giusy Capone, critica letteraria, e Paola Surace, editor.
Due mostre per raccontare migrazione e giustizia
Tra i luoghi della rassegna: il lungomare Fabiani di Diamante e il Museo DAC, dove saranno esposte due mostre: “Finestre sull’altrove” e “ESMA, giustizia in aula bunker”.
La prima è curata da Matteo Pericoli: sessanta vedute per sessanta rifugiati, un progetto realizzato fra il 2018 e il 2021 insieme ad Art for Human Rights, a sostegno di Amnesty International. Pericoli ha lavorato insieme a 60 persone rifugiate che hanno raccontato e condiviso con l’autore il proprio percorso di migrazione.
Pericoli è architetto, autore, disegnatore e insegnante. I suoi lavori sono stati pubblicati su riviste nazionali e internazionali, oltre ad aver realizzato “Skyline of the World”, un murale di 120 metri per il terminal dell’American Airlines all’aeroporto internazionale JFK.
“ESMA, giustizia in aula bunker” è invece la mostra fotografica di Anna Maria De Luca, che ha documentato lo storico processo, raccontato su Repubblica dalla stessa giornalista. Le foto in esposizione, pubblicate in Italia su Repubblica e in Argentina sul Clarìn, furono scattate nel 2010 da De Luca nell’aula bunker di Rebibbia durante le udienze: sono immagini storiche che testimoniano come l’Italia riuscì a fare giustizia in un periodo in cui in Argentina era ancora impossibile aprire i processi, a causa delle amnistie.
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