Avvenire di Calabria

Unione europea: Manfredonia (Acli), “no al riarmo dei singoli Stati, sì ad una politica estera di difesa comune”

di Redazione Web

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“Le Acli dicono no al riarmo dei singoli Stati e a una logica puramente militarista: l’Europa dispone già, nel suo insieme, di una delle forze armate più grandi al mondo. Piuttosto che aumentare la spesa militare nazionale, è necessario lavorare per costruire una politica estera e di difesa comune, basata sulla cooperazione e su una strategia condivisa”. Lo dichiara il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, esprimendo la “forte preoccupazione e contrarietà” dell’organizzazione “per le recenti dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sull’ipotesi di destinare fino a 800 miliardi di euro al rafforzamento delle capacità difensive europee. Un simile approccio rischia di alimentare una corsa al riarmo nazionale, allontanandoci dall’originaria vocazione dell’Unione”. “Le risorse economiche – aggiunge Simone Romagnoli, coordinatore dei Giovani delle Acli e delegato Acli ai rapporti con l’Unione europea – devono essere investite in strumenti di prevenzione dei conflitti, cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile. La sicurezza non può dipendere da una dissennata corsa al riarmo, ma deve fondarsi su un grande piano di investimenti su educazione, welfare, protezione sociale, lotta alle disuguaglianze e opportunità per le nuove generazioni, come era previsto nel Next Generation Eu”.
Le Acli – si legge in un comunicato – chiedono alle istituzioni europee di superare la frammentazione e di lavorare per un’Europa più coesa, capace di affrontare le sfide globali attraverso il dialogo e la diplomazia. “Le Acli e i popoli europei – viene spiegato – sognano gli Stati Uniti d’Europa, non gli Stati armati d’Europa. Un’Europa più forte non è quella che affida il suo futuro al riarmo dissennato, ma quella che continua a costruire democraticamente il progetto di pace e coesione per la quale è nata e che tanto può offrire al mondo in guerra”.

Fonte: Agensir

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