
Religiosi: Teatini d’Italia, eletto il nuovo Governo Provinciale, Guida affidata a p. Kowalczykowski
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“In quest’anno giubilare vorrei condividere con ciascuno di voi l’invito a metterci in cammino alla ricerca sempre necessaria del senso autentico da dare alla nostra vita. Mettersi in cammino è l’atteggiamento tipico di chi vuol essere pellegrino di speranza”. Così mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, dà il benvenuto ai turisti, in un messaggio per l’estate 2025.
“Tante occasioni e luoghi d’incontro attendono tutti noi attraverso le comunità che abitano i paesi e le città del nostro territorio, le parrocchie, i santuari, i monasteri, i conventi, in particolare le chiese giubilari presso le quali chi vuole potrà ricevere l’indulgenza plenaria. Le comunità cristiane della nostra diocesi sono pronte ad accogliere tutti in un tempo di ferie e di riposo durante il quale possiamo dedicare attenzione alla cura di corpo, mente e spirito”, afferma il presule.
“Il turismo, occasione di crescita, incontro e reciproca conoscenza, arricchisce le relazioni tra le persone; l’esperienza del viaggio, del cammino, del pellegrinaggio invita ciascuno di noi a prendersi cura della casa comune e del compagno di strada. La bellezza del Creato e il patrimonio culturale ci educano tutti a cogliere i segni profondi e alti della sapienza di Dio”, osserva mons. Pennacchio.
“Mare, montagna, collina, storia, cultura, feste patronali, tradizioni religiose e civili, rappresentazioni storiche, itinerari, enogastronomia, reti museali, teatro, eventi culturali e sportivi – sottolinea l’arcivescovo – sono doni che possiamo accogliere lungo questo cammino di scoperta e di gratitudine reciproca”.
Mons. Pennacchio ricorda: “Tra quanti si prodigano per accogliervi in maniera professionale ci sono moltissimi giovani che si affacciano al mondo del lavoro attraverso questa occasione estiva. Questo primo impatto è certamente determinante per far maturare in loro consapevolezza e capacità di autodeterminazione. Auspico che i rapporti che si instaureranno non siano volti solo ad un reciproco scambio di beni e servizi ma ad una relazione di dono reciproco in cui ognuno possa scoprire e riconoscere la bellezza dell’incontro”.
Per l’arcivescovo, “abbiamo tutti bisogno urgente, nessuno escluso, di riscoprire modalità di dialogo e relazione ‘disarmate e disarmanti’, presupposti per una speranza fattiva e concretamente operante senza i quali faremmo una riduzione di questa virtù a vano auspicio di un destino propizio”.
Un invito, infine, “alla scoperta della nostra terra con la prospettiva di incontrare, in un cammino di gioia, i volti che incarnano le tradizioni culturali e religiose, le iniziative e gli eventi, i luoghi della festa e dello spirito”.
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