«La Zes non basta. La Regione intervenga appena possibile» dice il presidente degli industriali reggini
Vecchio (Confindustria) sulle aree industriali reggine
Redazione Web
24 Luglio 2020
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«La situazione delle aree industriali del territorio metropolitano di Reggio Calabria richiede un incisivo intervento, appena possibile, della Regione Calabria per garantire agli investitori interessati a operare a Gioia Tauro, ma non solo, le condizioni minime necessarie». È quanto afferma il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio, che sollecita «il Consiglio e la Giunta regionali ad assumere provvedimenti tempestivi, in grado di far uscire le aree gestite dal Corap, ormai in liquidazione, dalla condizione di abbandono nelle quali si trovano. Sappiamo che la questione è tra le priorità della presidente Santelli e che è pendente un giudizio di costituzionalità sulla legge approvata lo scorso anno dall'aula di Palazzo Campanella ma sarà importante arrivare preparati al momento della pronuncia della Consulta per ridurre al minimo i tempi morti».
Ad avviso del rappresentante degli industriali reggini, «oggi ci troviamo in presenza di vere e proprie lande desolate nelle quali non viene più erogato alcun servizio essenziale per gli insediamenti produttivi. Rischiamo così di trovarci di fronte a un’enorme opportunità sprecata perché, di fatto, viene meno qualsiasi presupposto di attrattività per gli investimenti. Soprattutto nei territori interessati alla zona economica speciale, i soli sgravi fiscali e la semplificazione amministrativa, pure importanti, non sono sufficienti per consentire lo sviluppo di un tessuto produttivo che generi valore aggiunto e stimoli la crescita dell’occupazione. Oggi le sfide del mercato globale, che sono ancora più significative alla luce dello straordinario deal europeo raggiunto sul recovery fund, impongono a tutti noi di farci trovare preparati. Occorrono dunque servizi concreti alle imprese: tra gli altri, le opere pubbliche come strade e impianti di illuminazione, le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, le forniture essenziali come quella elettrica e fognaria, ma anche e soprattutto il cablaggio della banda ultra larga per proiettare le aziende operanti nel Reggino nel futuro che è alle porte. Dobbiamo prepararci all’”Internet delle cose” che, alla stregua di una nuova rivoluzione industriale, stravolgerà completamente i canoni degli attuali sistemi produttivi. È impensabile che, mentre il mondo procede a grande velocità nonostante la crisi del Covid-19, noi siamo costretti ancora a rivendicare condizioni essenziali che appartengono già a una sorta di preistoria industriale».
L’ingegnere Vecchio incalza: «Confidiamo nella sensibilità dei decisori politici per dare una scossa alla pubblica amministrazione e soprattutto per costruire un nuovo soggetto, snello ed efficiente, di gestione delle aree industriali. La vicenda del Corap e, in precedenza, quella delle Asi è paradigmatica delle ataviche zavorre che hanno precluso un vero sviluppo del sistema d’impresa nella nostra terra. Noi imprenditori - dice ancora il presidente di Confindustria - abbiamo finito per essere ‘vittime’ di una struttura che non poteva stare in equilibrio in nessun modo, con una consistente spesa pubblica e nessun sostegno concrete alle aziende. Rivolgiamo perciò un accorato appello alla presidente della Regione Jole Santelli - conclude Vecchio - affinché la questione delle aree industriali entri urgentemente nell’agenda della giunta, perché il fattore tempo gioca a nostro sfavore dinanzi alle grandi opportunità che l’Italia ha di fronte a sé».
Si sono tenute le elezioni per il rinnovo dei vertici della componente giovanile dell’associazione degli industriali reggini. Tra novità e conferme inizia il nuovo mandato fino al 2025.
Lutto per l’imprenditoria reggina. È venuto a mancare l’imprenditore Cesare Diano, figura storica dell’associazione degli industriali di Reggio Calabria. Il cordoglio del presidente di Confindustria
Il presidente di Confindustria Reggio Calabria auspica “un’azione risolutiva perché il rischio di veder tagliata fuori Gioia Tauro dalla partita del Recovery è tale da far ipotizzare una condanna definitiva al sottosviluppo per il territorio”.
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