Avvenire di Calabria

L'11 dicembre del 2001 ci lasciava il sindaco della "primavera" di Reggio

Ventitré anni senza Italo Falcomatà: Reggio non dimentica

Dall'arcivescovo emerito Mondello, al figlio Giuseppe, fino agli amici di ogni giorno: un ricordo ancora vivo

di Redazione Web

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Ventitré anni fa ci lasciava Italo Falcomatà, il sindaco della "primavera" reggina. Una figura di riferiment che continua a vivere nella memoria collettiva di Reggio Calabria.

L’11 dicembre 2001, un giorno che Reggio non dimentica

Ventitré anni fa ci lasciava Italo Falcomatà. Era l’11 dicembre 2001, un giorno freddo e triste per la città di Reggio Calabria, che si risvegliò orfana del suo Sindaco, il Sindaco della "primavera" reggina. Un vuoto incolmabile, quello lasciato dall’indimenticato primo cittadino, definito dall’allora arcivescovo di Reggio Calabria - Bova Vittorio Mondello come il «Sindaco di tutti».

«Italo Falcomatà ha veramente amato Reggio, la sua città, per la quale - sottolineava ancora l'arcivescovo del tempo - ha speso le sue migliori energie e superato enormi difficoltà che avrebbero spinto chiunque a desistere dal cammino intrapreso. Non potrò mai dimenticare i meticolosi resoconti che mi faceva, venendo insieme ai componenti della Giunta Comunale. Condivideva il suo sogno di rendere Reggio sempre più "bella e gentile"».

«La sua statura morale non è di alcuni. Appartiene alla Città, perché lui è stato il Sindaco di tutti», ancora Mondello, oggi vescovo emerito dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova che conserva nitido il ricordo di quella stagione, non a torto definita "Primavera" di Reggio Calabria.

Un'eredità che resiste nel tempo

In questi anni si è scritto e detto molto su Italo Falcomatà. Eppure, il suo ricordo resta impresso nel cuore di chi lo ha conosciuto e continua a vivere nella memoria delle nuove generazioni, che ne sentono ancora pronunciare il nome con rispetto e ammirazione. Su un aspetto sono tutti concordi: Falcomatà è stato un sindaco con la “S” maiuscola. Anzi, “il” Sindaco, come amavano chiamarlo i reggini.



Ma Italo era anche l’uomo dall’immancabile sorriso, il segno distintivo che lo ha reso simbolo di umanità e vicinanza. Un padre, per la sua famiglia e per la sua città.

Il ricordo di Giuseppe Falcomatà: “Continuerò a cercarti, papà”

È con le parole di suo figlio Giuseppe Falcomatà, attuale sindaco di Reggio Calabria, che si coglie la profondità di questa perdita: «Per ventitré anni ti ho cercato ovunque, fino a quando ho capito che sei sempre stato dentro di me. Per ventitré anni ti ho cercato dalla stessa parte, “sempre e per sempre”, fino ad accorgermi che, invece, eri dappertutto. Per ventitré anni ho cercato di vedere le tue orme sulla sabbia accanto alle mie e ho continuato a maledire il destino per non riuscire a trovarle, fino a rendermi conto che, invece, stavi continuando a portarmi in braccio. Come da bambino».


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, addio a Rosetta Neto Falcomatà: una vita dedicata all’educazione dei giovani e al bene comune


Per ventitré anni, ancora il figlio Giuseppe sulla sua pagina Facebook, «ti ho cercato in mare aperto, nel mezzo delle mie tempeste, quando tirava forte il vento, fino a capire che eri tu quel vento che soffiava e spingeva la barca un po’ più in là, verso un porto più sicuro. Eppure continuerò a cercarti, papà. In un ricordo, in un racconto, in un profumo, in un oggetto, in un’immagine, in un suono, nei versi di una poesia. Continuerò a cercare, ripensare, immaginare e tornare a sentire quanto era forte quell’abbraccio e quanto era bello quel panorama visto dall’alto. Continuerò a cercarti perché c’è tanta vita in quei ricordi, anche se oggi il cuore strizza un pochino di più. Continuerò a cercarti, papà, perché è l’unico modo che ho per continuare a sentirmi ancora “figlio”. Ciao».

Le parole di Carmelo Santonocito: “Un amico supera il tempo, lo spazio e le dimensioni”

Anche l’amico Carmelo Santonocito ha voluto condividere il proprio ricordo: «Non è una formalità né un’abitudine: 23 anni dopo il ricordo di Italo Falcomatà è quanto mai vivido nella mia memoria ma soprattutto nella mia anima. Egli non fu solo il Sindaco di una Città in rinascita e un riferimento culturale fondamentale per me e per molti; fu ed è tutt’ora un Amico… ed un Amico supera il tempo, lo spazio e le dimensioni. Anche in tempi, come i nostri, nei quali i ricordi delle passate realtà non vengono più tramandati dalle calde voci degli anziani ma dai gelidi schermi dei computer e dei cellulari, il volto di Italo, le sue parole, i suoi pensieri e le sue realizzazioni si stagliano, luminose, nei cuori di molti».

Prosegue Santonocito: «Anche in molti di coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo all’opera. Per me in particolare, anche il clima è fortemente evocativo. In questo periodo dell’anno, quando l’estate pare lontana, quando il fresco lascia il posto al freddo e l’acquerugiola invernale inumidisce un gocciolante paesaggio, riaffiora nella mia memoria il ricordo di quei tristi giorni di 23 anni fa, quando giungeva ad un inatteso e immaturo epilogo la sua vita. Quel ricordo spazia anche in altri giorni, mesi, climi e luoghi: nelle strade assolate dell’estate, quando Italo era per le strade di Reggio, a parlare con la gente e ad ascoltarla; nelle serate primaverili, sui palchi delle campagne elettorali; in molte giornate trascorse all’invisibile lavoro negli uffici, volto a pianificare, progettare, inventare ed innovare una Città che stava lentamente riprendendo coscienza della sua grandezza e della sua bellezza».



«Signor Sindaco, Italo, mancate a me e a tutta la Città. Manca il Vostro sorriso, la Vostra determinazione, la Vostra parola. Il Vostro ricordo rasserenante lenisce il dolore e la sofferenza ancora attuale per la Vostra perdita. Fin dal pensiero più antico l’uomo ha creduto che fin quando qualcuno avesse mantenuto un ricordo la morte non avrebbe avuto il sopravvento; Voi siete più vivo che mai, Amico Italo!», conclude Carmelo Santonocito.

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