Avvenire di Calabria

Visita di Stato dei reali inglesi in Vaticano: mons. Pace, “a San Paolo il conferimento a Re Carlo del titolo di Royal Confrater”

di Redazione Web

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“Re Carlo ha desiderato che la sua visita di Stato alla Santa Sede includesse anche una forte dimensione spirituale, con la possibilità di una preghiera con il Santo Padre”. Lo ha detto mons. Flavio Pace, segretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, presentando in sala stampa vaticana la visita di Stato in Vaticano di re Carlo e della regina Camilla il 23 ottobre. “Poiché la sede di Canterbury è vacante, il re e la regina saranno accompagnati dall’attuale vescovo di York”, ha spiegato Pace, specificando che il breve momento di preghiera nella Cappella Sistina, dopo l’udienza del Papa ai reali, sarà guidato da Leone XIV e dallo stesso presule. “I salmi e le letture saranno focalizzati su Dio Creatore”, ha reso noto Pace. “La visita era programmata per aprile: il tema era già stato messo a fuoco dai primi preparativi per la visita di re Carlo a Papa Francesco ed era legato anche ai dieci anni della Laudato si’”. Saranno presenti anche i cori reali, che animeranno la preghiera insieme al coro della Cappella Sistina. All’inizio verrà cantato in inglese l’inno di sant’Ambrogio, secondo la traduzione di san John Henry Newman, che nella prima metà della sua vita è stato anglicano e nella seconda cattolico. L’altra liturgia, nel pomeriggio, sarà quella nella basilica di San Paolo fuori le mura, “luogo altamente significativo dal punto di vista ecumenico”, ha commentato il relatore, dove la Schola e la comunità monastica si uniranno ai cori anglicani e animeranno con la musica il servizio liturgico.

Al centro della preghiera ecumenica ci sarà il Salmo 133. Quella tra San Paolo e l’abbazia benedettina con la Corona d’Inghilterra, ha ricordato Pace, “è una grande connessione: i re sassoni cominciarono a provvedere alle spese per la manutenzione delle tombe degli apostoli e, nel tardo medioevo, i re d’Inghilterra furono riconosciuti protettori di San Paolo. La separazione tra la Chiesa cattolica e la comunione anglicana, nel XIV secolo, ha cambiato la relazione ma non ha distrutto il legame storico: tuttora nello stemma riportato nella basilica di San Paolo viene rappresentato l’Ordine della Giarrettiera, la massima onorificenza nella tradizione reale inglese”. “Negli ultimi secoli la relazione tra la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa cattolica, tra il Regno Unito e la Santa Sede, si è approfondita e re Carlo ha avuto un ruolo importante in questo riavvicinamento”. Nel corso della preghiera ecumenica verrà conferito a re Carlo il titolo di Royal Confrater e nel coro monastico sarà collocato uno stallo che riporterà lo stemma del sovrano con il motto “Ut unum sint”. Il re d’Inghilterra si siederà sullo stallo, che poi sarà collocato nell’abside della basilica. All’inizio del servizio liturgico il re e la regina visiteranno la tomba che contiene le spoglie di san Paolo.

Fonte: Agensir

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