
Reggio Calabria, il 27 aprile concerto in onore di San Giorgio e Papa Francesco
Presso San Giorgio Extra, il secondo evento della rassegna “Musica al Centro” 2025: un intreccio tra spiritualità, polifonia sacra e cultura calabrese.
Il mondo della musica è in lutto per la morte di Franco Battiato, il grande ed eclettico cantautore e musicista siciliano che ha spaziato dalla musica pop a quella colta, spentosi a Milo, vicino a Catania. I funerali avverranno in forma privata.
Battiato era nato il 23 marzo 1945 a Riposto, in provincia di Catania. è stato maestro di tutti i generi musicali, dal rock progressivo alla musica leggera, approfondendo anche la canzone d'autore, quella etnica ed elettronica e l'opera lirica.
Un musicista-poeta, raffinato e colto, che ha saputo anche emozionare, toccando nel profondo l'animo umano. Una carriera strepitosa, quella di Franco Battiato, iniziata nel 1964, quando dalla Sicilia si stabilisce a Milano - "città della nebbia dove mi sono trovato benissimo" - frequentando i cabaret dove c'erano Paolo Poli, Enzo Jannacci, Renato Pozzetto e Bruno Lauzi, e terminata due anni fa, quando il suo manager Francesco Cattini annuncia il ritiro dalle scene.
Franco Battiato non si è mai definito cattolico, e neppure ateo, ma ha sempre sostenuto di avere una spiritualità tutta sua. Il cantautore scomparso a 76 anni il 18 maggio 2021, non è mai stato tenero nei confronti degli ultimi due papi, Benedetto XVI e Francesco, anche se la sua musica e la sua fede affondano abbondantemente nella tradizione cristiana.
«Ricordo con emozione il concerto alla presenza del papa – affermava il cantautore scomparso 18 maggio 2021 – è stata una esperienza importante e più passa il tempo e più sento che è stata giusto farla. Però non sono cattolico. Ho amicizie molto forti nella Chiesa cattolica e soprattutto in alcuni monasteri di clausura, dove ho sempre trovato una toccante liturgia…ho una mia spiritualità, una mia ricerca dell’ascesi, sono un uomo religioso, ma non ho una parrocchia…».
Gesuiti euclidei, vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori…»: appare facile oggi, giorno triste per la scomparsa di Franco Battiato, citare quei passaggi tanto arditi quanto poetici del suo “Centro di gravità permanente”. Eppure il legame così stretto tra arte, musica e spiritualità trova in Battiato uno dei protagonisti più realistici e profondi: ne è convinto il direttore della Civiltà Cattolica, Padre Antonio Spadaro, conterraneo all’artista scomparso oggi a Milo all’età di 76 anni e tra i principali confidenti di Papa Francesco.
«Il suo non era un vagabondare perso, ma una ricerca spirituale personale molto autentica che si rispecchiava nella sua ricerca musicale», spiega al Corriere della Sera il sacerdote gesuita, «La sua religiosità non è mai stata confessionale. Mistica cristiana, sufi, meditazione orientale segnano un percorso spirituale che diventava sperimentazione in musica». Per Padre Spadaro, Battiato è riuscito a rivivere in modo colto e raffinato tanto il pop quanto il cantautorato «non credo abbia pari la sua capacità di muoversi tra generi diversi, musica orchestrale, etnica, rock progressivo, e dietro tutto questo la cifra della sincerità di una ricerca che attingeva anche alle sue radici siciliane, alla tradizione della sua terra».
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