Avvenire di Calabria

Il grande storico calabrese è stato autore di importanti studi sul Settecento e il Novecento

Addio al calabrese Lucio Villari, maestro della storiografia italiana

Nato a Bagnara Calabra, ha dedicato la sua vita alla divulgazione storica. Il ricordo del Circolo Rhegium Julii: «Figura emblematica di calabrese: ha aperto scenari di conoscenza della storia moderna del nostro Paese»

di Redazione Web

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Si è spento lo storico Lucio Villari, all’età di 91 anni. Nato a Bagnara Calabra, ha portato il nome della Calabria nel panorama della storiografia e della cultura italiana.

Morto Lucio Villari, storico e divulgatore calabrese

Si è spento nella serata di domenica 16 marzo all’ospedale Gemelli di Roma lo storico Lucio Villari, all’età di 91 anni. Nato a Bagnara Calabra nel 1933, è stato uno degli studiosi più autorevoli della sua generazione, specializzato nell’analisi del Settecento e del Novecento, con particolare attenzione alla Rivoluzione francese, all’Italia del Risorgimento e alla nascita del capitalismo moderno. Accanto a lui fino all’ultimo i figli Alberto e Anna e la moglie Fausta Cataldi.

Un grande divulgatore della storia

Fratello dell'altrettanto celebre storico Rosario Villari, Lucio Villari si era laureato all’Università di Messina, proseguendo poi gli studi all’Istituto di Studi Storici di Napoli, sotto la guida di Federico Chabod. Fin dagli anni Settanta, aveva scelto di portare la storia fuori dall’accademia, avvicinandola al grande pubblico con una scrittura chiara e coinvolgente.



Ha collaborato con diverse case editrici, realizzando manuali di storia, opere divulgative e volumi di grande successo come “Settecento adieu” (Bompiani, 1985), “La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari” (Laterza, 1997), “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” (Laterza, 2009) e “Machiavelli. Un italiano del Rinascimento” (Mondadori, 2013).


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Tra i suoi lavori più noti anche il manuale scolastico “La società nella storia”, realizzato con il fratello Rosario Villari per la scuola media inferiore, pubblicato da Sansoni tra il 1977 e il 1980.

Il contributo alla cultura italiana

Oltre alla carriera accademica e alla produzione saggistica, Lucio Villari ha saputo raccontare la storia attraverso diversi mezzi. È stato un protagonista del dibattito culturale italiano, partecipando a trasmissioni televisive, pubblicando articoli sui principali quotidiani e curando progetti editoriali di ampio respiro.

Nel 2011 ha fatto parte del Comitato per gli anniversari nazionali, contribuendo alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, ha tenuto il discorso ufficiale al Piccolo Teatro di Milano, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Appassionato di teatro e cinema, aveva stretto amicizie con figure come Eduardo De Filippo, Ettore Scola e Marcello Mastroianni. Nel 1980 aveva anche preso parte al film “La terrazza” di Scola, interpretando il ruolo di un intellettuale ospite a una cena.

Il ricordo del Circolo Rhegium Julii: «Figura emblematica di calabrese: ha aperto scenari di conoscenza della storia moderna del nostro Paese»

«È morto un grande amico del Circolo Rhegium Julii. Un reggino e un uomo colto di valore inestimabile per il Paese». Scrive così Giuseppe Bova, presidente dell’omonima associazione culturale reggina. Ricorda Bova: «Ci ha accompagnato per lungo tempo lungo la strada dell’approfondimento storico, partecipando a numerosi convegni e dibattiti, interessandosi delle sorti della Città e della sua Bagnara, vivendo un amore appassionato per il nostro territorio».

Nel 1986 ha vinto il Premio Rhegium Julii per la sezione saggistica con il volume “Settecento adieu. Dall’illuminismo alla rivoluzione” edito da Bompiani, «un volume che ha molto colpito la Giuria del tempo presieduta da Antonio Donat Cattin, che annoverava tra i suoi componenti personalità come Mimì Rea, Arrigo Petacco, Walter Mauro, Elena Clementelli, Giovannino Russo,  Antonio Altomonte, Gilda Trisolini, ed altri esponenti straordinari del mondo dell’informazione e della letteratura».

«La sua avventura nel mondo dell’Università Roma Tre e della Rai ha lasciato pagine importanti sulla Storia moderna, con volumi che ancora oggi sono oggetto di attenzione da parte di studiosi di tutto il mondo. Oltre a “Settecento adieu” ha scritto , tra gli altri, “Il capitalismo italiano del novecento”, “ “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento”, “L’economia della crisi”, “La roulette del capitalismo”, “Romanticismo e tempo dell’industria”, “Niccolò Machiavelli”, “L’insonnia del novecento”, “America amara. Storie e miti a stelle e strisce”».

 «Su Villari è bello ricordare le parole del Presidente Sergio Mattarella che ha parlato di “studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia”». Conclude il presidente del Rhegium Julii, Giuseppe Bova: «Villari resterà per sempre un esempio da seguire, una figura emblematica di calabrese che, attraverso lo studio e la ricerca, ha aperto scenari di conoscenza della storia moderna del nostro Paese che gli sono valsi un’altissima considerazione».

Il cordoglio delle istituzioni

Numerosi i messaggi di cordoglio giunti dal mondo della cultura e delle istituzioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato Villari con queste parole: «Sono addolorato per la scomparsa di Lucio Villari, studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia».

Anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha reso omaggio al grande storico: «Lucio Villari è stato uno dei maggiori storici italiani. Uno studioso raffinato che ha saputo analizzare in profondità i principali snodi della storia nazionale e le dinamiche economiche internazionali, sempre con la massima libertà intellettuale».

Il cordoglio delle istituzioni calabresi

Anche la Calabria rende omaggio a Lucio Villari, ricordandolo come uno dei suoi figli più illustri. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha espresso il dolore della comunità regionale per la scomparsa dello storico: «La Calabria piange la scomparsa di Lucio Villari, grande intellettuale e studioso rigoroso, che ha dedicato la sua vita all’insegnamento della storia contemporanea, diventando un riferimento assoluto per generazioni di storici e giovani studiosi. Nato a Bagnara Calabra nel 1933, ha sempre mantenuto un forte legame con la sua terra d’origine. Ma la sua voce e la sua passione per la storia hanno raggiunto ogni angolo del Paese. I suoi studi hanno attraversato l’economia, la politica e la società, sempre guidati da un profondo senso della democrazia e dell’etica. Dalla Giunta regionale giunga alla sua famiglia un sentimento di cordoglio e sincera vicinanza».

Anche il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha voluto esprimere il proprio cordoglio: «Esprimo i sentimenti di vicinanza del Consiglio regionale alla famiglia dello storico Lucio Villari, figura illustre della Calabria che ha dedicato la sua vita all’insegnamento della storia contemporanea, diventando un prezioso punto di riferimento per tutti coloro che hanno studiato ed apprezzato i suoi testi».

Con la scomparsa di Villari, la Calabria perde una delle sue menti più brillanti, capace di raccontare il passato con profondità e passione, offrendo chiavi di lettura fondamentali per comprendere il presente e il futuro.

Un’eredità che resta

Lucio Villari lascia un immenso patrimonio culturale, fatto di studi, libri e riflessioni che hanno segnato il panorama storiografico italiano. Amava dire: «La storia è la voce della memoria collettiva. Non è solo un passato da narrare, ma un mosaico di scelte, errori e speranze che ci ricorda chi siamo e ci guida verso ciò che possiamo diventare».



Un pensiero che oggi risuona con ancora più forza, a testimonianza del ruolo fondamentale che Villari ha avuto nel raccontare il passato per comprendere il presente e costruire il futuro, come amava sottolineare alle giovani generazioni.

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