È una storia di affido iniziata oltre vent'anni fa, quando Gianni e Loredana, sono entrati per la prima volta nei locali del Tribunale per i minorenni. Da allora tanti passa sono stati fatti, tutti orientati al bene del proprio bambino. Vi proponiamo la loro testimonianza di amore, alimentato anche da una profonda fede.
Gianni e Loredana hanno intrapreso da tanto tempo un percorso che ha spalancato le porte di casa propria. Per farlo si sono rivolti al Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria ponendo la loro massima attenzione alla cura del bambino che gli è stato affidato.
Perché avete scelto di prendervi cura di un bambino affidatovi dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria?
Ci siamo sposati a ottobre del 1997 col desiderio di avere dei figli ma, trascorsi alcuni anni senza averne, abbiamo maturato l’idea di adottare uno o più bambini con i quali condividere il nostro affetto.
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Dopo aver presentato domanda al Tribunale di Reggio Calabria abbiamo partecipato al corso promosso dai servizi sociali che ci ha chiarito le idee in modo più specifico e ci ha portato a spostare l’attenzione dalle nostre necessità a quelle del bambino.
Quali sono state le prime difficoltà affrontate e quali le ricchezze vissute in questo periodo?
Quando è entrato nella nostra famiglia il bambino aveva sei anni e le prime difficoltà erano derivanti dal fatto che proveniva da un ambiente familiare violento che lo portava ad essere sfrontato. Nel giro di poco tempo, però, ha cambiato atteggiamento iniziando a manifestare il suo affetto, condividendo con noi le paure e le emozioni della sua vita quotidiana in casa, a scuola e nelle altre attività. Questo ci ha unito come coppia dandoci la possibilità di comunicare e ascoltarci ancora di più.
Come avete affrontato pregiudizi o semplici dubbi rispetto alla vostra scelta?
I dubbi ci hanno sempre accompagnato durante la lunga attesa; le domande che ci ponevamo erano: come sarà? Ci accetterà? Saremo in grado di affrontare la situazione? Staremo bene insieme? Quando, finalmente, è venuto a stare con noi, i dubbi hanno lasciato spazio alle emozioni del vivere quotidiano e in noi è maturata sempre più la certezza di aver fatto una scelta buona per la nostra vita. Come in tutte le famiglie non è tutto rose e fiori ma anche le difficoltà, affrontate insieme, aiutano noi e lui.
L’affido è un’apertura di orizzonti. Cosa consiglia a chi oggi sta pensando a questa scelta?
L’affido è una scelta d’amore da vivere giorno per giorno. Per noi è stata una ricchezza sia singolarmente che come coppia; abbiamo capito quanto sia importante condividere pregi e difetti di ognuno di noi, senza mettere “paletti” e senza scoraggiarsi di fronte alle prime difficoltà.
Quanto “pesa” il vostro percorso di fede in questa scelta?
Il nostro percorso di fede ci ha aiutato a superare, in un primo momento, la delusione di un progetto di vita che sembrava arenarsi perché non riuscivamo a comprendere che la volontà di Dio per la noi era un’altra.
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Ci ha aiutato nella scelta di non ricorrere alla fecondazione assistita e di aprirci all’affido prima e all’adozione dopo. L’amore gratuito che abbiamo ricevuto da Dio ci ha portato, appoggiandoci a lui, ad amare gratuitamente.