
Per la giornata del Jazz Francesco Cafiso e la Rhegium Orchestra
Ritorna a Ecojazz dopo 10 anni dalla sua ultima esibizione nel 2015 coinvolgendo gli spettatori
Un percorso spirituale partito da lontano e giunto fin qui in Calabria, non troppo distante dalla «sua Africa». Don Olivier Wabulakombe è diventato sacerdote il 18 agosto dell’anno scorso e dopo nemmeno un anno si ritrova adesso alla guida di ben due parrocchie, quelle di Masella e di Montebello Ionico. Ma andiamo a ritroso: ascoltando il racconto di don Olivier, si apprende che in lui la vocazione nasce sin da piccolo, poi maturata crescendo. «Sono nato in una famiglia cristiana, che frequentava la chiesa – ci dice – Nel 2009 ho iniziato il propedeutico nella diocesi di Uvira, nella Repubblica democratica del Congo, dove ho anche studiato filosofia per tre anni». Per decisione del vescovo, don Olivier, insieme ad altri due suoi compagni, è stato mandato a Reggio Calabria per via di un gemellaggio nato tra le due diocesi. «Da qui, ci siamo impegnati ad imparare la lungua italiana e nel 2015 abbiamo iniziato la scuola fino ad arrivare al diaconato, il 30 novembre del 2018». Nella parrocchia dell’Itria, don Olivier ha passato un anno, per poi ritornare in Congo ed essere ordinato sacerdote a casa sua, «così come ha voluto il vescovo di Uvira». È a seguito di questa nomina che è ritornato a Reggio, dove ha iniziato il suo ministero sia nella parrocchia dell’Itria che in quella del Soccorso. Dal 1 ottobre, a seguito delle nuove nomine in 12 comunità parrocchiali dell’arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova, don Oliver si è trasferito a Montebello. «Sono tanto emozionato di diventare, dopo solo un anno, sacerdote di due parrocchie – ci continua a dire don Olivier – Essendo ancora giovane ho molti limiti, e in più arrivo dopo don Giovanni Gattuso: un’eredità pesante perché è un parroco di grande valore, che la comunità ha potuto conoscere e amare per sette anni. Con l’aiuto di Dio, però, spero che riusciremo a camminare insieme in una comunità viva». Una comunità che lo ha accolto con grande gioia e partecipazione il 4 ottobre e alla quale don Oliver si sente di lanciare un messaggio di fede e speranza, sopratutto in questi tempi così incerti e difficoltosi di pandemia: «Mi sento di dire tre cose: la prima è grazie a tutta la comunità che dal 1 ottobre mi ha accolto con generosità. Mi ritrovo nella “mia Africa”, mi sento totalmente a casa. Ringrazio anche don Giovanni Gattuso, ormai amico, anch’egli generoso nei miei confronti: ha fatto trovare tutto pronto per il mio arrivo». La seconda parola che don Olivier si sente di trasmettere tramite il suo messaggio è coraggio, «perchè solo se saremo coraggiosi riusciremo ad affrontare questo momento». Il terzo e ultimo invito che il neo parroco di Masella e Montebello Ionico rivolge ai fedeli è invece quello di «camminare insieme. Ci sono tanti problemi al giorno d’oggi: dal Covid, all’emarginazione, alla povertà aggravata dalla pandemia, e solo se cammineremo tutti insieme, riusciremo a fronteggiarli».
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