Avvenire di Calabria

Nei giorni scorsi c’è stata la nuova denuncia pubblica dell’Osservatorio sul disagio abitativo a Reggio Calabria

Alloggi popolari, il miraggio delle case assegnate 14 anni fa

Il paradosso del Comune: nonostante i tanti annunci la situazione è immutata. Gli attivisti di ReggioNonTace: «Manca la volontà politica»

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

di Nicola Santostefano e Giuseppe Angelone * - L’Osservatorio sul disagio abitativo da molti anni sollecita l’Amministrazione comunale al fine di pervenire ad una corretta applicazione della legge sugli alloggi popolari. Il Consiglio Comunale di Reggio Calabria, lo scorso 10 febbraio 2017 formalizzava, con una delibera ad hoc, un percorso per superare il «sistema illegale» radicato da decenni. Purtroppo questa è rimasta «lettera morta». Era stato anche istituito un Tavolo tecnico politica della casa e le associazioni ed i cittadini interessati avevano avanzato precise richieste quali incontri periodici con il Sindaco e l’emissione di decreti sindacali di sospensione degli sgomberi di famiglie in difficoltà, ma che hanno i requisiti previsti per l’assegnazione di un alloggio; ciò in coerenza con la circolare del Ministero dell’Interno, che prevede che non si possa procedere a sgomberi di famiglie e persone socialmente deboli senza garantire un’ idonea alternativa.

Purtroppo questo Tavolo non è stato più convocato e, ad oggi, i «vincitori» del bando emesso nel 2005 con graduatoria definita nel 2012, sono ancora in attesa di ricevere un alloggio. La problematica principale è la mancanza di una gestione legale del patrimonio dell’Edilizia residenziale pubblica. L’attuale amministrazione comunale, come quelle precedenti, non ha esercitato adeguatamente il potere di controllo sull’effettiva permanenza dei requisiti degli assegnatari. Ciò ha impedito il turn– over delle assegnazioni e ha comportato una serie di illegalità quale quella di lasciare gli alloggi nella disponibilità di coloro che non ne hanno diritto. Allo scopo è stata proposta la costituzione di una Task force, con la Prefettura e le forze dell’ordine. Ma sembra che il Comune non ne abbia mai fatto formale richiesta.

Altro punto della delibera è la previsione di destinare al settore alloggi popolari le somme incassate dall’alienazione degli stessi. Un’altra possibilità è attingere al patrimonio “vuoto”, sia pubblico che privato, esistente nel territorio comunale. A tal fine il Consiglio Comunale ha deciso di emanare un regolamento, quale strumento trasparente per la composizione di una graduatoria. Dopo un lungo iter, il 25 gennaio 2018 è stato finalmente approvato il regolamento, con alcuni emendamenti proposti dall’Osservatorio, escludendo però la «procedura informatica», già adottata in altri comuni, che avrebbe garantito la massima trasparenza e la riduzione dei tempi e della discrezionalità nella valutazione dei requisiti. Anche questo regolamento, pubblicato all’albo pretorio comunale il 27 febbraio 2018 è, ad oggi, rimasto inattuato. L’Osservatorio ha proposto inoltre che gli alloggi confiscati alla criminalità organizzata vengano destinati come alloggi popolari: da ultimo con una petizione dello Statuto Comunale l’Osservatorio ha chiesto all’ Amministrazione il ripristino del finanziamento di 11,5 milioni di euro, già previsto dal “Decreto Reggio”, per l’acquisto e l’assegnazione di nuovi alloggi popolari. Purtroppo, anche se alcuni atti amministrativi hanno visto la luce, manca la volontà politica di darne attuazione.

* ReggioNonTace

Articoli Correlati