Avvenire di Calabria

Il seminarista Michele D'Agostino riceverà l’Ammissione agli ordini sacri da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria - Bova

Ammissione agli ordini sacri, sabato rito a san Giorgio al Corso

Redazione Web

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Sabato, 2 Marzo alle ore 18.30 presso la chiesa parrocchiale San Giorgio al Corso, il seminarista Michele D'Agostino riceverà  l’Ammissione agli ordini sacri da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria - Bova. Michele D'Agostino è collaboratore di don Mimmo Cartella nell'Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile.
 
«C’è bisogno della fede di una "piena di grazia" - ha scritto di recente, D'Agostino, su L'Avvenire di Calabria -  C’è bisogno di una persona che crede che Dio si prende cura della sua vita, così che quella persona possa definirsi amata. È quello che i giovani incontrano ogni volta che il papa li convoca: si sentono amati, tenuti in considerazione per quello che realmente sono e non per quello che possono produrre. La fede dei giovani Maria e Giuseppe riscalda e riaccende quella degli anziani Elisabetta e Zaccaria. È ciò che papa Francesco chiede alla fine della Gmg di Panama, di essere testimoni: "E questo, non fatelo con tante parole, ma come avete fatto qui, con gesti semplici, con gesti quotidiani, quelli che trasformano e fanno nuove tutte le cose, quei gesti capaci di creare un 'chiasso' d’amore". Solo l’incontrarsi dal vivo può permettere ai giovani di essere «l’oggi di Dio». I giovani infatti, ci dice il recente Sinodo, sono il "luogo teologico" nel quale Dio sceglie di rivelarsi e mostrare la bellezza del suo Amore. Francesco ha chiesto di imparare da Maria, di imparare ad amare e servire, servi dell’Impossibile. Maria si rende serva dell’impossibile per renderlo possibile, perché Dio possa prendere casa fra gli uomini, camminare e parlare con loro, sostenerli e guarirli, difenderli. Questo l’augurio per i giovani della nostra Chiesa reggina, che possano testimoniare nella quotidianità che l’impossibile, in Dio, si rende possibile solo se ogni cuore si apre all’incontro con l’altro e si guarda, insieme e con fiducia, - concluse il seminarista - al domani che ha già i nostri occhi».

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