Avvenire di Calabria

La testimonianza: «La Didattica a distanza imposta dal Covid ha penalizzato chi già si trovava in situazioni difficili»

Ancora Dad, le problematiche per le famiglie

Redazione Web

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di Teresa Sera - Il sistema scolastico ha cercato di andare avanti dopo la chiusura dell’emergenza Covid–19 attraverso la didattica a di- stanza: l’insegnamento a casa è arrivato sia attraverso videolezioni online con l’insegnante, ma anI che con compiti da scaricare e poi da caricare sulle piattaforme. Gli insegnati hanno cercato di conciliare le indicazioni ministeriali sulla didattica a distanza con le realtà delle classi, composte da bambini e ragazzi in situazioni a volte facili, a volte complesse. Le soluzioni adottate dalle scuole italiane sono state differenti, spesso addirittura diverse tra classi dello stesso istituto, a secondo dell’intraprendenza, dai mezzi e dalla volontà degli insegnati. Le scuole, dunque, hanno quasi tutte attivato la didattica a distanza, ma ognuna con i propri tempi e i propri mezzi, qualche ora al mattino, qualche ora al pomeriggio, un giorno si e l’altro no e per i più piccoli seguire le lezioni in diretta non è stato facile e anche meno concentrarsi. Per questo, una problematica evidenziata dai genitori che hanno comunque continuato a lavorare durante il lockdown è stata quella delle mamme lavoratrici; infatti, nella maggior parte dei casi, le mamme hanno aiutato da sole i bambini, più raramente lo hanno fatto con i mariti ed è stato difficile per molte famiglie conciliare la scuola, la casa ed il lavoro. A mio parere la Dad imposta dal Covid ha penalizzato chi già si trovava in situazioni difficili: ad esempio, chi abita in zone d’Italia escluse dall’accesso ad internet (più del 25% del territorio) e alle famiglie (una su cinque al Sud) che non possono permettersi di acquistare un computer o un tablet per i figli studenti. Fuori dalle aule le differenze tra le famiglie (livelli di istruzione, diseguaglianze economiche, disponibilità di connessione e apparecchi) sono state dei limiti all’apprendimento e alla socializzazione dei ragazzi. Tuttavia, ho notato che alcune scuole hanno finanziato l’acquisto del materiale informatico necessario ed anche che l’obiettivo di molti insegnanti è stato proprio che i ragazzi restassero sereni, senza ansie e per quanto possibile di buon umore. Tra i lati positivi, però, ho visto che i ragazzi hanno imparato a usare la tecnologia in tempi brevi, si sono adattati velocemente, sono riusciti ad interagire bene nelle chat, come se fossero tutti insieme in classe, anche se, ovviamente, stare a scuola è un’altra cosa e i bambini ed i ragazzi hanno avuto nostalgia di andare a scuola ed anche dei compagni di classe. Ovviamente la scuola non è fatta solo di lezioni, a cui si può sopperire guardando online un video su vari argomenti, la scuola è fatta di contatti umani, e nel tempo sospeso del lockdown, la scuola non è stata scuola pienamente.

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