Avvenire di Calabria

La lettera aperta del Comitato spontaneo dei negozianti

Arghillà, è allarme igenico-sanitario

«In questo fazzoletto di terra si respira una sola aria quella dell’assenza completa dello Stato»

Redazione Web

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Una lettera aperta indirizzata alle istituzioni a firma del comitato dei negozianti di Arghillà per denunciare «l’ormai pericolosa situazione igienico sanitaria» nella località a nord di Reggio Calabria. «Ad Arghillà le Olimpiadi non si chiudono – scrivono i rappresentati del Comitato sponteneo - nuovo sport cittadino è il lancio della spazzatura per strada». Un'ironica sottolineatura che si fa pungente nel proseguo della lettera aperta. «Lontani e vicini tutti a lasciare i rifiuti ad Arghillà, luogo ormai noto a molti cittadini ed imprenditori della piccola e grande distribuzione, mobilifici, ristoranti, ditte di costruzioni, negozi di elettronica e quanto altro sia possibile smaltire con un furgone o in alcuni casi con camion nel nuovo porto franco per rifiuti della città. Eppure sembrava stesse cambiando tutto quando 18 mesi or sono l’assessore Zimbalatti dichiarò ai microfoni di Reggio Tv che era semplice fare un intervento con 20 uomini per ripulire Arghillà, ma il comune avrebbe pianificato interventi regolari e mirati sul territorio a tal punto che questo piccolo territorio sarebbe rinato. Noi tutti, comitati, associazioni e liberi cittadini anche sostenuti dalla forte presenza del Sindaco sul territorio eravamo ben speranzosi. Erano anni che chiedevamo le stesse cose 1. La bonifica dell’area alta attesa da 10 anni 2. Il taglio dell’erba in tutto il quartiere mai fatto neppure in quell’occasione 3. La distribuzione di cassonetti non in tre punti ma mirati all’uscita di ogni singolo edificio popolare 4. La bonifica dell’area dell’ormai Ex palestra 5. L’inalberamento del viale per cui noi avevamo anche trovati i pini che però sono andati persi. Ormai presi dalla disperazione proviamo a chiedere alle istituzioni che governano la città metropolitana di intervenire sulla situazione igienico sanitaria della località Arghillà che perdura da anni a causa della cattiva gestione dei rifiuti solidi urbani. Qualche intervento ci aveva fatto sperare che da li a breve sarebbe stata normalizzata anche la situazione di Arghillà se pur le soluzioni adottate ci avevano indotto a storcere il naso, oltre che per la puzza e a diossina degli incendi, anche perché ci sembravano interventi sui-generis e che avrebbero forse aggravato, come è stato, la situazione rendendo oltretutto il quartiere più brutto. Non è passato molto tempo e i gabbioni per spazzatura si sono dimostrati per quello che erano: soluzioni raffazzonate che al massimo avrebbero evitato lo spargimento della spazzatura per mano dei cani ma reso la vita più facile ai topi e ai piromani che meno intelligenti di questi ultimi provvedono ad auto avvelenarsi incendiando quelle belle cataste di spazzatura. Il problema sociale di Arghillà è noto oltre che triste. L’amministrazione metropolitana, il comune, cosa ancor più grave lo Stato, sono assenti, se dopo anni di tentativi vani dimostra di non sapere affrontare la situazione di un quartiere difficile e trova soluzioni incivili che rendono il luogo più simile ad un ghetto che non ad un quartiere sul bel panorama dello stretto con grosse potenzialità di sviluppo. In questo fazzoletto di terra si respira una sola aria quella dell’assenza completa dello stato. Ovviamente in questa situazione pensare alle potenzialità del quartiere a come sarebbe bello con il viale alberato e i marciapiedi puliti e le strutture pubbliche finite e funzionanti è puro esercizio filosofico. Quello che ora preme è risolvere una volta per tutte la situazione della spazzatura estendendo anche ad Arghillà la raccolta differenziata che esiste a poche centinaia di metri e che ottimi frutti sta dando sul lato della pulizia della città. Non ci interessano le motivazioni organizzative o pratiche che hanno ostacolato fino ad ora questa soluzione ma non potremo più tollerare la situazione creatasi ne accetteremo di respirare i fumi pieni di diossina del prossimo incendio dei gabbioni senza sporgere denuncia contro gli amministratori che non proteggono come loro dovere i cittadini residenti».

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