
Il 1° maggio a Bivona il Giubileo del Lavoro: preghiera, dialogo e impegno nel ricordo di Papa Francesco
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
È di oggi la notizia di un altro gruppo di migranti, composto da 10 minori e 20 donne, soccorso a largo delle acque del Mari Jonio, a circa 100 miglia da Roccella Jonica, sempre più "porta d'accesso" in Europa della provincia di Reggio Calabria.
Il gruppo di migranti composto da donne e bambini è stato tratto in salvo da una motovedetta della Guardia Costiera. Viaggiava a bordo di un'imbarcazione a vela.
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Intanto, proprio oggi, a Reggio Calabria, nel cimitero di Armo, saranno commemorati i naufraghi che hanno perso la vita in mare, durante i viaggi della speranza. In particolare le 45 anime i cui corpi, dal 2016, risposano nel piccolo cimitero reggino, divenuto luogo-simbolo dell'accoglienza.
Sono passati sette anni, ma resta una delle pagine più dolorose della storia di Reggio Calabria. Il 29 maggio del 2016, giungeva al porto la nave militare “Vega” con a bordo 629 migranti e i 45 corpi recuperati in mare dopo l’ennesimo naufragio avvenuto al largo della Libia.
I cadaveri raccolti in mare appartenevano a 36 donne, sei uomini e tre minori con età che vanno da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti c’erano 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia).
Immagini strazianti, diventate il racconto del film “Armo, storie di volontari e migranti”, realizzato dal regista reggino Antonio Melasi. Documentario che parte dall’opera-segno del cimitero di Armo per raccontare quella stagione che vide la Chiesa reggina e le associazioni del territorio attivarsi per fare accoglienza, confortare, accompagnare, accogliere, curare le persone migranti che arrivavano attraverso il Mediterraneo.
Proprio per commemorare, fra le altre, le anime delle 45 salme accolte sette anni fa al porto, oggi 5 giugno, l’arcidiocesi reggina-bovese e il Comune di Reggio Calabria celebrano la Giornata della memoria per le vittime del mare. «Ricordare per generare responsabilità» è il tema che accompagnerà riflessione e preghiera interreligiosa.
L’appuntamento è al cimitero di Armo a partire dalle 18.30. Per raggiungere il luogo, divenuto simbolo di dolore e accoglienza, il Comune di Reggio Calabria, mette a disposizione un servizio di bus navetta con partenza alle 17.30 dal terminal di Ponte della Libertà e fermata alla Stazione Centrale (ritorno previsto alle 20 da Armo con lo stesso itinerario).
Ai saluti dell’arcivescovo Morrone e del sindaco facente funzioni Brunetti, seguirà un omaggio con musica e fiori e la recita di una preghiera africana, seguita dalla preghiera di un rappresentante del volontariato reggino. A seguire, un giovane eritreo racconterà la sua “odissea”, ma anche la “rinascita” in terra calabrese. Quindi di nuovo a pregare in ucraino e con rito copto. Infine, la preghiera islamica guidata dall’Imam.
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Poco meno di un anno fa, il 10 giugno, il cimitero dei migranti e dei poveri veniva consegnato grazie a un progetto di Caritas. «Questo luogo deve essere un segnale forte che arriva alle Istituzioni nazionali ed europee: tutti hanno diritto di partire, tutti abbiamo il dovere di accogliere», aveva spiegato il quella circostanza il direttore di Caritas, don Marco Pagniello. «Quest’opera di carità è un’opera politica», le parole, invece, dell’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova e presidente della Cec, monsignor Fortunato Morrone.
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Ecco la puntata di oggi del percorso Podcast intrapreso dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
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