
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
Arrestato il "boss dei boss", era latitante a Madrid. Si tratta di Domenico Paviglianiti, 60 anni, esponente di spicco della 'ndrangheta. Dall'area grecanica (San Lorenzo, Condofuri e Bagaladi), la sua attività criminale oscillava tra Lombardia e Sud America.
I carabinieri di Bologna e la polizia spagnola hanno arrestato Domenico Paviglianiti a Madrid. Il latitante di 'ndrangheta era famoso come "il boss dei boss". Un appellativo "guadagnato" tra gli anni Ottanta e Novanta.
Paviglianiti è destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per 11 anni, 8 e 15 giorni, emesso il 21 gennaio dalla Procura di Bologna. È accusato di associazione a delinquere, omicidio e narcotraffico.
Il "boss dei boss" era stato rimesso in libertà nell'ottobre 2019, sulla base di un erroneo calcolo della pena. Aveva lasciato lasciato l'Italia e si era rifugiato in Spagna.
Ha avuto un ruolo di prim'ordine, spiegano i carabinieri, nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, quando insieme ad altre famiglie di 'Ndrangheta della provincia di Reggio Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con i Condello.
Su Paviglianiti gravava un nuovo provvedimento emesso dalla procura felsinea. Si tratta di una misura nata da un ricorso in Cassazione promosso dalla stessa autorità giudiziaria. Il motivo? Un errore nel calcolo della pena che ha considerato al boss pluriomicida di tornare in libertà nell’ottobre del 2019.
In quell’occasione lo stesso aveva lasciato l’Italia e aveva trovato rifugio in Spagna approfittando di uno strutturato circuito relazionale in quel paese, consolidatosi attraverso gli illeciti traffici gestiti. L'uomo è stato arrestato a Madrid.
(Ansa)
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
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Le dichiarazioni di un pentito lasciano presagire la mano della ‘ndrangheta dietro un caso straziante di “lupara bianca”.