Partita Italia-Israele: lettera aperta di Rondine, “avversari sì, nemici mai”
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(da Assisi). “La preghiera è un elemento povero, ma qui ad Assisi siamo abituare a pesare la forza della povertà”. Da Assisi, dove partecipa all’Assemblea straordinaria della Cei, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, spiega così l’iniziativa di preghiera per la pace che si svolgerà domani pomeriggio, a partire dalle 17.45, quando i presuli reciteranno il Vespro nella basilica di Santa Chiara e al termine, in processione, si recheranno alla basilica inferiore per la celebrazione della Messa presieduta dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e la preghiera sulla tomba del Santo. “La decisione della Cei di camminare per le vie della città con le fiaccole accese è una grande espressione della testimonianza che si possa generare percorsi e iniziative di pace”, spiega Sorrentino a proposito della forza simbolica dell’itinerario scelto per la processione dei vescovi, “nella città che ha dato i natali a San Francesco e a Santa Chiara, due santi ispiratori per il tema della pace, in particolare San Francesco, e che sono di richiamo per credenti e non credenti grazie alla loro capacità di stare al mondo e di essere portatori di pace in mezzo ai contrasti della gente. Santa Chiara è il simbolo della sensibilità e maternità femminile, San Francesco è un profeta di pace”. “È bello che i vescovi si uniscano in preghiera con loro”, commenta il presule: “la fatica umana ha bisogno dell’intervento di Do, perché solo con l’intervento speciale di Dio si trova il coraggio di intraprendere percorsi veri di pace”, così urgenti nel contesto attuale. “Viviamo giorni drammatici per il mondo, non da oggi”, osserva infatti Sorrentino: “con il conflitto tra Israele e Hamas la nostra preoccupazione si è acuita riguardo ad un mondo che rischia di esplodere e ai tanti pericoli per l’intera umanità. Vediamo la fatica delle istituzioni, come l’Onu, ad intervenire. Gli appelli restano nel vuoto, e soprattutto resta nel vuoto l’appello del Papa che ogni giorno ci ripete che la guerra non è la soluzione dei problemi, ma un modo per generarne altri”.
“Assisi è uno spazio di pace, che ci dice che bisogna fare squadra per fare pace, con le risorse della nostra umanità e con la grazia di Dio”, assicura il vescovo, che rivela come durante la processione di domani i vescovi passeranno per il Santuario della Spogliazione, il luogo del “radicale disarmo” di Francesco, dove il santo “ha testimoniato e insegnato all’umanità che senza la spogliazione di noi stessi non potremo mai accogliere ed essere capaci di misericordia e di perdono, perché si ergeranno sempre i muri del nostro egoismo a impedire l’accoglienza fraterna”. I vescovi italiani, dunque, domani “passeranno la porta da dove Francesco entrò ricco e uscì povero e dove sono conservate le spoglie di un giovane beato, Carlo Acutis, che attrae giovani da tutto il mondo e si fa operatore di pace”.
Sorrentino conclude con la disponibilità ad offrire Assisi come luogo per “colloqui di pace” nel conflitto in corso in Terra Santa: “tutti qui si trovano bene, credenti e non credenti, e un luogo come Assisi potrebbe fare la differenza. Intanto, domani, tutti noi daremo il nostro sostegno alla missione del nostro presidente, il cardinale Zuppi, a cui il Santo Padre ha affidato una missione difficile, si direbbe impossibile”. Francesco ottocento anni fa si è recato dal Sultano, oggi andrebbe da Hamas? “Almeno ci proverebbe”, la risposta: “Direbbe ‘io sono qua’, mettendosi al posto di coloro che stanno vivendo una situazione drammatica, come gli israeliani rapiti da Hamas. E parlerebbe anche a favore delle popolazioni della Palestina, travolte dalla forza di un radicalismo fondamentalista”.
Fonte: Agensir
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