Avvenire di Calabria

Australia: vescovi riuniti in plenaria a Sydney approvano la “Messa della Terra” dei popoli aborigeni

di Redazione Web

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I vescovi australiani hanno approvato una liturgia che incorpora nella celebrazione della Messa elementi della lingua e della cultura aborigena. Martedì 7 maggio, durante la riunione plenaria della Conferenza episcopale australiana a Sydney, è stata approvata una mozione che approva la “Messa della Terra dello Spirito Santo” (Missa Terra Spiritus Sancti) da utilizzare nella diocesi di Broome, nell’Australia occidentale. La Messa – si legge in un comunicato della Conferenza episcopale – sarà ora sottoposta al Dicastero per il culto divino per la cosiddetta “recognitio”, ovvero il riconoscimento ufficiale da parte del Vaticano. “Dobbiamo camminare con gli aborigeni. Sono così felice che dopo un così lungo periodo di utilizzo, la Missa Terra Spiritus Sancti abbia ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte dei vescovi dell’Australia”, ha affermato mons. Michael Morrissey, vescovo di Broome, nella cui contea sono presenti numerose comunità di aborigeni australiani. “Riconosciamo che ci sono molte culture aborigene in Australia e preghiamo che tutte siano guidate dallo Spirito Santo per sviluppare il modo migliore di celebrare l’Eucaristia nei modi più appropriati con la loro gente, all’interno della vita della Chiesa”. Due “anziane” della parrocchia di Bidyadanga (La Grange) – Maureen Yanawana e Madeleine Jadai –  si sono recate a Sydney per consegnare ai vescovi una copia stampata della Messa e parlare della loro esperienza. Maureen ha detto della Messa cantata: “Cantare a squarciagola ci porta la pace”. “Vorremmo vedere voi, nostri vescovi, mettervi nei nostri panni, essere invitati a sedervi attorno alla nostra gente, avere pazienza e semplicemente ascoltare”, ha detto Maureen durante l’evento di presentazione.
La mozione è stata portata in plenaria dalla Commissione episcopale per la liturgia e dalla Commissione episcopale per i rapporti con le popolazioni aborigene e isolane dello Stretto di Torres. La messa ha in realtà una storia di oltre 50 anni di utilizzo nella diocesi di Broome dove si celebra in più lingue locali. Furono padre Kevin McKelson e Tommy Dodds (ormai defunti) e altri anziani aborigeni provenienti da cinque comunità indigene locali a tradurre attentamente la versione inglese della Messa del rito romano in ciascuno dei cinque gruppi linguistici parlati nella comunità: Garadyari, Nyangumada, Yulbaridya, Dyuwaliny e Mangala. Con il sostegno dell’allora vescovo, John Jobst, padre McKelson perfezionò i testi della Messa adattandoli alle esigenze della comunità. L’attuale Messa della Terra dello Spirito Santo è stata pubblicata nel 2018 dopo essere stata attentamente studiata e perfezionata da un gruppo di liturgisti qualificati. Il Consiglio cattolico nazionale aborigeno l’ha descritta come una “Messa distintiva che amalgama magnificamente la tradizione cattolica con la cultura aborigena, creando così una celebrazione unica della fede che è al servizio della diocesi da oltre cinquant’anni”. La “Missa Terra Spiritus Sancti” non è semplicemente “una pratica liturgica ma una testimonianza del profondo legame tra la nostra fede e il ricco arazzo della cultura aborigena. Simboleggia un ponte che unisce le nostre convinzioni spirituali con la saggezza ancestrale dei custodi originari della terra”. “È un’espressione tangibile dell’impegno della Chiesa nel riconoscere e valorizzare le dimensioni spirituali e culturali della vita delle popolazioni indigene, promuovendo così un ambiente di inclusività e rispetto”. Il comunicato della Conferenza episcopale ricorda quanto disse Papa Giovanni Paolo II nel 1986 in occasione della sua visita ad Alice Springs: “Voi siete parte dell’Australia e l’Australia è parte di voi. La Chiesa stessa in Australia non sarà pienamente la chiesa voluta da Gesù finché non avrete portato il vostro contributo alla sua vita e finché questo contributo non sarà stato accolto con gioia dagli altri”.

Fonte: Agensir

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