Avvenire di Calabria

Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, prevista per il 2 aprile una serie di incontri su tematiche complesse

Autismo, sessualità, alimentazione e progetto di vita: l’Asp di Reggio Calabria propone un nuovo approccio integrato

La neurologa Fortunato Tripodi illustra l'iniziativa e i progetti avviati dall'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria

di Francesco Chindemi

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Un percorso articolato e partecipativo, quello promosso dall’Asp di Reggio Calabria in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo: un momento di confronto e approfondimento su temi attuali, per offrire risposte concrete alle famiglie e costruire un modello di accompagnamento integrato.

Un programma per affrontare i temi più delicati dello spettro autistico

In vista della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, che si terrà il 2 aprile, la dottoressa Fortunato Tripodi, neurologa presso l’Asp di Reggio Calabria, ha presentato un programma innovativo e articolato, con un'attenzione particolare a tematiche complesse e spesso poco discusse.



«La nostra Asp – ha spiegato la dottoressa Tripodi – ha deciso di affrontare tematiche molto peculiari nell’ambito dello spettro autistico, in particolare quella riguardante l’autismo e la sessualità, l’autismo e il disturbo alimentare e, infine, di incentrarsi sulla tematica del progetto di vita, oggi di grande attualità».


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Le attività si svolgeranno nel corso della mattinata e del primo pomeriggio, con un primo momento di riflessione sull'autismo e la sessualità, seguito, intorno alle 10.30, da un approfondimento sulla selettività alimentare. La giornata proseguirà con una riflessione sul significato e l’importanza del progetto di vita e della presa in carico della persona.

Laboratori per bambini e un modello di ambulatorio innovativo

La giornata comprenderà anche una parte laboratoriale, pensata per coinvolgere direttamente i bambini. «Sarà seguita da un’ultima parte della giornata in cui gli operatori svolgeranno laboratori e condivideranno una piccola merenda con i bambini», ha aggiunto la neurologa.

Tutte queste attività sono promosse e coordinate dall’ambulatorio per lo spettro autistico, attivo dal 2023 presso l’Asp. «È un ambulatorio nato con la finalità di prendere in carico i bambini con sospetto diagnostico fino ad arrivare a una diagnosi certa, e poi continuare a seguirli fino all’età adulta», ha specificato Tripodi.

L’ambulatorio è dotato di strumenti testistici aggiornati e di personale adeguatamente formato. Possono accedervi i bambini segnalati dai pediatri per sospetto disturbo dello spettro autistico. Una volta presi in carico, i piccoli pazienti vengono accompagnati in un percorso di valutazione, diagnosi e riabilitazione, con una terapia cognitivo-comportamentale personalizzata.

Un progetto che accompagna la crescita e sostiene le famiglie

Il progetto, come evidenziato dalla dottoressa Tripodi, si distingue per il carattere innovativo: «Intende non solo prendere in carico i bambini nella fase iniziale ma anche nelle fasi successive, attraverso la creazione di un ambulatorio di transizione per quei bambini che, diventando adolescenti, raggiungono quell’età in cui è necessario coinvolgere altre figure sanitarie, come uno psichiatra o un neurologo, considerando anche le comorbidità presenti».



Una particolare attenzione è rivolta alle famiglie. All’interno dell’ambulatorio è stato infatti avviato un progetto di supporto familiare, che prevede percorsi di parent training e attività specifiche per il potenziamento delle abilità sociali e dell’identità personale, attraverso piccoli gruppi di lavoro in collaborazione con i genitori.

Un modello di presa in carico globale e condivisa

Per la dottoressa Tripodi, si tratta di una svolta importante nel modo di concepire la presa in carico della disabilità: «È una cosa assolutamente innovativa dal nostro punto di vista, che chiaramente richiede una crescita sia di natura strutturale, sia personale che generale. Ma è proprio nata dalla necessità di prendere in carico globalmente non solo il bambino o la persona con disturbo dello spettro autistico, ma tutta la famiglia, perché come noi sappiamo la disabilità non è del soggetto, ma è della famiglia e della società che l’accompagna».

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