Avvenire di Calabria

Una storia come altre; "Abbiamo un ragazzo speciale che gode della compagnia di altri tre fratelli ed è amato da tutti a scuola"

Autismo, i genitori: «Ogni figlio è una benedizione del cielo»

Tatiana Muraca

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Claudio e Pamela sono due genitori come tanti. Hanno quattro figli, di cui uno necessita di maggiore assistenza. Riccardo ha 8 anni e soffre di autismo, ma questo non è mai stato di ostacolo alla sua mamma e al suo papà, che nonostante i pareri contrari, dopo la sua nascita hanno voluto allargare ulteriormente la famiglia. «Quando abbiamo scoperto la problematica di nostro figlio, ci siamo inizialmente rivolti ad alcuni conoscenti che avevano a che fare con il mondo dell’autismo e via via ci siamo messi in contatto con professionisti e strutture del territorio»: Claudio, il padre di Riccardo, racconta così l’inizio di un percorso difficile, non lo nasconde, ma che gli ha portato tanto in termini di amore, speranza e riconoscenza alla vita. «Abbiamo raccolto quante più informazioni potevamo – continua a dirci Claudio – e siamo stati molto fortunati ad aver incontrato delle persone che dedicano anima e corpo a Riccardo, come la sua maestra, grazie alla quale nostro figlio è pienamente integrato con i compagni di classe, seguendo il loro stesso programma di studi e condividendo con loro quante più esperienze possibili. La maestra di Riccardo ha seguito un percorso di formazione indirizzato a capire in che modo gestire un bambino autistico, ed il suo impegno ha contribuito ad alimentare ulteriormente l’inclusione all’interno della struttura scolastica che frequenta. Si è creato, infatti, un ambiente a misura di Riccardo, che non mette in crisi né lui né i suoi compagni». La normalità che si è venuta a creare a scuola consente anche a Claudio e Pamela di vivere la condizione del figlio in maniera più tranquilla. In tempo di pandemia, purtroppo, le occasioni di ritrovo sono estremamente diminuite, ma grazie alla compagnia dei fratelli e alla presenza costante dei genitori, Riccardo è riuscito ad adattarsi alla nuova routine. Prima del Covid, il bambino praticava nuoto, sport che gli permetteva di relazionarsi al meglio con i coetanei. Un’apertura nei confronti degli altri che è stata di certo facilitata grazie al forte input che Riccardo riceve in famiglia, soprattutto da parte dei fratelli. «Sia io che mia moglie siamo molto credenti – aggiunge Claudio – Il nostro percorso di fede ci ha aiutato a non chiuderci alla vita; un atteggiamento che spesso vediamo emergere in altre famiglie che vivono casi di autismo anche più gravi rispetto a quello di nostro figlio. Noi alziamo sempre lo sguardo al cielo e ci diciamo ogni giorno che i nostri figli sono una benedizione». Ed è grazie a questa incrollabile fede che Claudio si sente di trasmettere un messaggio di speranza ad altri genitori che stanno scoprendo o vivono una problematica del genere: «Non abbattetevi, perché ogni figlio può dare dei problemi, dai più piccoli a quelli più grandi. Rifatevi alla fede, a qualcuno con cui parlare e che vi possa supportare nei momenti difficili, perché ce ne sono e ce ne saranno. La stanchezza, però, non può oscurare l’amore, quindi non abbiate paura».

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