Avvenire di Calabria

Il vice presidente nazionale interviene nel dibattito dopo l'approvazione del ddl "Calderoli" in Consiglio dei ministri

Via libera all’autonomia differenziata, la preoccupazione delle Acli

Antonio Russo: «Una legge che rischia di aumentare le diseguaglianze. Un errore non definire prima i lep (livelli essenziali di prestazioni)»

di Redazione Web

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Dal Consiglio dei ministri è giunto il via libera all'iter che, attraverso i vari passaggi parlamentari, porterà alla riforma sull'autonomia differenziata. Il dibattito sulla riforma vede coinvolto non solo il mondo della politica. Sul tema intervengono anche le Acli.


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«Una legge inopportuna e profondamente ingiusta che rischia di aumentare le diseguaglianze tra i territori del Paese più ricchi e quelli che fanno più fatica». Così il vicepresidente nazionale Acli, Antonio Russo, ha commentato l’approvazione del disegno di legge sull'Autonomia differenziata da parte del Consiglio dei ministri di ieri sera.

«Si tratta di una riforma – ha osservato Russo – che spingerebbe le regioni a chiedere l’autonomia sulle materie a legislazione concorrente tra cui la sanità, l’istruzione, i trasporti, la cultura, un modo per ampliare ulteriormente la forbice delle diseguaglianze, considerando anche che non c’è alcun investimento e, soprattutto, non c’è ancora nessuna definizione dei Livelli essenziali di prestazioni, le soglie minime di servizi che devono essere garantite su tutto il territorio nazionale».

A giudizio del vice presidente Acli, l'autonomia differenziata, dunque, è «una deriva pericolosissima che va fermata ad ogni costo, anche con una mobilitazione da parte dei cittadini».

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