Avvenire di Calabria

Il saluto di Francesco Zanotti

Avvenire e Avvenire di Calabria, una svolta speciale

Il presidente dei Settimanali Cattolici Italiani porge gli auguri per la nuova iniziativa editoriale

Redazione Web

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Carissimo don Davide, prima di tutto ti chiedo di portare il saluto mio personale e quello di tutti i 190 giornali (con il vostro siamo 191) che aderiscono alla Fisc all'arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, e a tutti i presenti, all'amico direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, al delegato regionale Fisc per la Calabria, don Enzo Gabrieli, a tutti i presenti, anche a quanti non conosco e sono voluti intervenire a questa bella e innovativa presentazione. Tutti vi abbraccio ricordando la frase di san Paolo ai Romani, a me tanto cara. "Gareggiate nello stimarvi a vicenda". In questa occasione vorrei ricordare il caro amico don Pippo Curatola che per tanti anni ha diretto l'Avvenire di Calabria e che dal 3 al 5 maggio 2007 ha organizzato nella vostra splendida città un nostro convegno nazionale in occasione dei 60 anni di fondazione del vostro giornale portando in questi vostri straordinari luoghi giornalisti da tutta Italia a ragionare su "Stato e Regioni: unità e autonomie per un regionalismo condiviso". E comprendete molto bene la lungimiranza, e anche un certo senso profetico, delle tematiche affrontate dalla nostra Federazione e dai nostri giornali in tempi non sospetti, come è capitato negli anni in particolare per i temi riguardanti l'immigrazione (nel 1999 a Faenza, nel 2000 a Venezia e diverse volte in Sicilia) e i rapporti tra carta stampata, internet e territorio (in numerose altre occasioni, tra le quali ricordo quella di Cesena nel 2011 e poi Chioggia subito dopo). Tutti argomenti messi sul tavolo da lungo tempo. Ora tutti quanti noi siamo a una svolta. Una svolta epocale per il mondo dei mass media. E voi siete a una svolta speciale, con le novità che presentate oggi di cui mi avete accennato da diversi mesi. Ancorati e saldi nelle nostre radici, per la Chiesa la tradizione ha la lettera T maiuscola, guardiamo avanti con fiducia consapevoli che, con le parole dalla prima lettera di san Giovanni, "queste cose vi scriviamo perché la vostra gioia sia piena". Altro intento non abbiamo, se non quello di condividere la gioia di chi ha ritrovato il tesoro nel campo e va e vende tutto quello che ha per comprare quel campo. È l'esperienza del centuplo quaggiù che non vogliamo tenere per noi. Questi pensieri ci muovono quando ci accingiamo a stare nell'agorà dei media. Sappiamo tutti quanti molto bene che nel nostro mondo, quella della comunicazione globale e anche locale, non si può stare fermi. Con questa nuova esperienza editoriale, voi dimostrate con evidenza di averlo compreso perfettamente. Date impulso alla carta stampata grazie all'accordo con il quotidiano Avvenire, ma date anche nuovo corso alla vostra presenza online che sarà più frequente e più efficace. E tutto questo per abitare anche lo spazio digitale, come ci diciamo da tempo nei nostri appuntamenti annuali. Sì, perché anche in quello spazio si incontrano gli uomini e le donne del nostro tempo. Uomini e donne con i quali vorremmo farci prossimi alla maniera dei discepoli di Emmaus. Prossimi all'uomo di oggi, grazie agli strumenti della comunicazione sociale. Compagni di viaggio. Di quei compagni che lungo il cammino condividono tutto, gioie e dolori, paure e speranze, pane e vestito, pensieri, sogni, illusioni e disillusioni. Tutto, per stare cuore a cuore con chi vive accanto a noi, con noi. Per abitare le nostre mille città e mille paesi, le periferie di un Paese a volte tutto concentrato su ciò che avviene solo nella capitale o nelle grandi città. Noi, da oltre un secolo, diamo voce (anche grazie ai servizi dell’agenzia Sir) a questa parte di Paese che troppe volte viene dimenticata. Diamo voce a chi non ha voce. Diamo voce agli ultimi, raccontando le storie, a volte piccole storie, di straordinaria quotidianità che meritano di essere conosciute. E potrei farne un elenco lunghissimo, dalle famiglie che si tengono in casa un ammalto di Sla, ai giovani che si spendono a migliaia durante l'estate per stare con i bambini e i ragazzi nei centri estivi e nei campi scuola, per non dire delle infinite esperienze di accoglienza che le nostre chiese locali mettono in campo da sempre sia con le caritas sia con le parrocchie... Basta. Mi fermo qui, altrimenti rischio di andare avanti all’infinito. Scusatemi per questa mia breve riflessione. A questo punto non mi rimane che augurarvi lunga vita e buon lavoro. E che sia un lavoro proficuo, a servizio della Chiesa e della comunità in cui siete inseriti. Alla ricerca della verità, per raccontare il vero, il bello e il buono, come domandò papa Francesco nel suo primo incontro con i giornalisti, il 16 marzo 2013 prima ancora di insediarsi sul soglio pontificio. Di cuore, buone cose per tutto! Francesco Zanotti presidente Fisc

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