Avvenire di Calabria

Il presidente della Cei all’anteprima del Festival della Dottrina sociale. «Vicini alla gente ma senza derive populiste»

Bassetti a Lamezia: «Cattolici in politica, sfida urgente»

Redazione Web

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Il cardinale Gualtiero Bassetti torna a rivendicare l’«urgenza di un nuovo impegno sociale dei cattolici italiani». Un impegno «sapiente, concreto e fattivo» che «guardi con attenzione al popolo ma che non presti il fianco alle derive populiste». Il porporato è consapevole che si tratta di «una sfida difficile e complessa, ambiziosa e importante». Però, aggiunge, «è non solo auspicabile, ma assolutamente doverosa». Le parole del presidente della Cei risuonano nella Cattedrale di Lamezia Terme dove ieri pomeriggio tiene la prolusione dell’anteprima del Festival della Dottrina sociale che si svolgerà a Verona dal 22 al 25 novembre sul tema “Il rischio della libertà”. In terra calabrese, nell’incontro di preparazione, Bassetti sollecita ancora una volta – come ha già fatto in più occasioni – i cristiani a mettersi al servizio del Paese, attenti alle «attese della povera gente», afferma citando un politico “santo” a lui caro: Giorgio La Pira. Ed elenca le aspettative di oggi: il «lavoro, specie per i giovani»; la «giustizia contro il malaffare e la criminalità organizzata »; le «famiglie spaccate che soffrono nel silenzio»; gli «anziani che non si sentono più utili»; il «rispetto del territorio»; una «scuola efficiente e giusta»; una «sanità accessibile a tutti»; eun «uso del potere corretto e trasparente». Senza «vendere sogni, miraggi o nemici», c’è sempre più bisogno di «uomini e donne che attraverso la politica si facciano “servitori della gioia” di tutti, come direbbe il vescovo Tonino Bello», ribadisce. Tutto ciò per trasformare una realtà sociale in cui dominano «l’individualismo, il consumismo, l’utilitarismo » e anche la «xenofobia strisciante e perbenista che vorrebbe legittimare ciò che non è eticamente legittimabile», afferma con forza. Citando ancora La Pira e poi Paolo VI, il cardinale rimarca la necessità di essere «costruttori di ponti di pace, missionari della carità e apostoli di una nuova solidarietà».

La fonte a cui attingere è la Dottrina sociale che, chiarisce Bassetti, non è un «passepartout intellettuale da citare a memoria» o «una spruzzata di cristianesimo» per «rimettere a posto le cose, come fosse una pennellata di vernice bianca su disuguaglianze e ingiustizie». È invece un «deposito di conoscenze» e un «bagaglio di principi, di criteri di giudizio e di azioni ispirate al Vangelo per orientare il comportamento dei credenti nel mondo». Da qui il “no” a ogni «fuga» dalla società, sottolinea il porporato che ha al suo fianco il vescovo di Lamezia, Luigi Cantafora. E il presidente della Cei invita a puntare sulle «scuole di formazione sociopolitiche ». Esorta alla «rinascita» che significa ripartire «su basi nuove, adatte ai tempi» superando ogni lascito «stantio e sterile». Per fare ciò serve «abbandonare l’autoreferenzialità» guardando ai ragazzi, «promuovere una nuova proposta culturale» che coniughi passato, presente e futuro, e «fare rete» in modo da creare «una catena unica, un corpo solo, evitando che ogni scuola vada per conto suo». Per «rammendare il Paese», osserva il cardinale, occorre «formazione ». Un’opera che consentirà di elaborare le «idee ricostruttive della democrazia del futuro». E conclude evidenziando il «dovere di interessarci della cosa pubblica», ma anche di «essere vicini con il consiglio e con il sostegno amicale a quanti si caricano sulle spalle il peso del governo».

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