Avvenire di Calabria

Conclusa nella diocesi di Tivoli e Palestrina l'inchiesta diocesana ulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni del Servo di Dio

Beatificazione vescovo Cognata, la causa si sposta a Roma

Il primo ottobre nel Santuario della Madonna di Fatima a San Vittorino Romano la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo di Tivoli Parmeggiani

di Antonio Chilà

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La solenne concelebrazione, presieduta dal Vescovo di Tivoli e Palestrina, monsignor Mauro Parmeggiani, ha concluso, il 1° ottobre 2022 nel Santuario della Madonna di Fatima a San Vittorino Romano, l’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni del Servo di Dio monsignor Giuseppe Cognata (Agrigento 14 ottobre 1885 – Pellaro 22 luglio 1972) della Pia Società di San Francesco di Sales, Vescovo Titolare di Farsalo, già Vescovo di Bova, Fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

La concelebrazione si è tenuta nel giorno in cui la Chiesa commemora Santa Teresa di Gesù del Volto Santo, nota come Santa Teresina, beatificata da Pio XI, il Papa che volle Vescovo, nell’anno Santo della Redenzione del 1933, il Salesiano Giuseppe Cognata.

Una scelta significativa: il Servo di Dio era molto devoto a Santa Teresina e, nei suoi scritti e nelle lettere inviate alle «sue dilettissime figliuole», non dimenticava mai di ricordare la spiritualità della Santa e di conformarsi ad essa. Monsignor Cognata fu affascinato da Santa Teresina e, in un certo senso, ne condivise la sorte - come ha sottolineato monsignor Parmeggiani nell’omelia: «la sorte dell’Oblazione, dell’offerta di sé all’amore di Dio, quell’abbandono a Lui e alla sua infinita misericordia che nella vita di ciascuno anche se ammalato – come la giovane Teresa che morì di tubercolosi a soli ventiquattro anni di età -, calunniato, osteggiato, incompreso – come fu per Teresina nel monastero di clausura di Lisieux nel quale tanto desiderò entrare fin da tenera età, è la sola a dare pace».

L’accostamento della vita e delle opere del Servo di Dio a di Santa Teresa, proclamata Dottore della Chiesa nel 1997 da San Giovanni Paolo II, evidenziato da monsignor Parmeggiani, è indicativo e ci aiuta a comprendere le sofferenze che entrambi subirono in silenzio e in perfetta unione con la Chiesa, offrendole a Dio.

Beatificazione vescovo Cognata, la causa da Tivoli si sposta a Roma

Il vescovo Cognata, in particolare, dopo «un brillante inizio di vita religiosa e sacerdotale – ha ricordato ancora monsignor Parmeggiani -  e dopo aver conseguito importanti titoli accademici ed essere stato elevato all’episcopato, dopo aver fondato una Congregazione religiosa che ancora opera tanto bene nei luoghi più poveri e che necessitano di evangelizzazione con la logica del “raccogliere le briciole”, fu calunniato ingiustamente da alcune delle sue stesse figlie spirituali, sospeso dal servizio episcopale, rientrato tra i suoi confratelli come l’ultimo dei Salesiani, impossibilitato a incontrare le “sue” suore, costretto al silenzio e come Teresina e certamente seguendone la spiritualità tacque e si abbandonò a Dio».

L’abbandono totale a Dio, all’Ausiliatrice, al Cuore Santissimo di Gesù e a San Giuseppe, consentirono a monsignor Cognata di superare le difficoltà che gli uomini posero in essere ignorando volutamente l’intenso e profondo apostolato del Fondatore delle Salesiane Oblate nelle terre di missione della Diocesi di Bova, ove fu mandato l’11 giugno 1933. E questo totale abbandono gli consentì di raggiungere la pace interiore.

Una pace, piena di intense preghiere che lo aiutarono a continuare, nonostante tutto, ad essere figlio devoto della Chiesa, ubbidiente al Papa, misericordioso verso i suoi accusatori e accusatrici, paterna guida spirituale delle sue «amatissime e dilettissime figlie» e attento Pastore delle anime della sua Diocesi di Bova che mai dimenticò e che conservò stretta nel suo cuore di Vescovo, di apostolo, soprattutto, delle genti calabre, benefattore degli umili, diseredati e fautore di un Chiesa che anticipò molti aspetti sanciti, poi, dal Concilio Ecumenico Vaticano II.

La sua pace – ha asserito monsignor Parmeggiani - «alla fine, fu ripagata con la riabilitazione, l’invito a partecipare ai lavori del Concilio Vaticano II, il ritorno tra le Salesiane Oblate del Sacro Cuore di Gesù, la morte nella casa di Pellaro, là dove tutto era cominciato. E da ultimo, nella Domenica della Divina Misericordia, in pieno lockdown, la possibilità concessa da papa Francesco di aprire il processo verso la proclamazione della santità, processo la cui prima fase, quella diocesana, come dicevo, concluderemo al termine di questa Messa».

Il carisma e l'attualità del fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore

Monsignor Parmeggiani ha attualizzato il messaggio spirituale lasciato da monsignor Cognata che seppe infondere nella Diocesi di Bova e nel suo apostolato nel quale fu coadiuvato intensamente dalle Salesiane Oblate da lui fondate a Pellaro il 17 dicembre 1933.

Al termine della concelebrazione, il Tribunale diocesano – presieduto da monsignor Mauro Parmeggiani, e formato dal Notaio Luigi De Giusti; da don Gaetano Maria Saccà, Delegato episcopale; da don Francesco Russo, Promotore di Giustizia – alla presenza di don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia salesiana, ha chiuso ufficialmente l’inchiesta diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, monsignor Giuseppe Cognata.

Il Postulatore ha brevemente illustrato all’Assemblea il lavoro svolto dal Tribunale diocesano, dai Censori teologi e dalla Commissione Storica, che, dal 20 dicembre 2020 ad oggi, cioè in meno di due anni, è riuscita a catalogare ben 4 mila documenti riguardanti la vita del Servo di Dio e attestanti le sue virtù eroiche, la fama di santità e di segni. Un lavoro che ha richiesto la consultazione di numerosi Archivi vaticani, diocesani e italiani dove sono stati rinvenuti importanti documenti riguardanti monaignor Cognata.

Il Vescovo di Tivoli e Palestrina, nel suo discorso di chiusura, ha ringraziato tutti i partecipanti e dopo aver rivolto un saluto particolare a suor Graziella Benghini, Madre Generale delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, e a Madre Carmelina Mosca, per 24 anni Madre Generale, e a tutti i componenti della Commissione storica «che hanno reso possibile questo evento per la loro dedizione e competenza».

Monsignor Cognata, sulle pendici della Bovesia alla “conquista” degli ultimi

Sintetizzando l’apostolato di Mmonsignor Cognata, il Presule ha ricordato che «nel dicembre 1933 fondò l’Istituto delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore a Pellaro» con sole tre religiose: Grazia Anastasi, Caterina Pitzalis, e Antonietta Morano. Con loro, eletto

Vescovo da poco, partì alla “conquista” «di un mondo di emarginati, attuò per loro un piano pastorale adeguato alle effettive necessità spirituali e temporali dei suoi diocesani. Il suo progetto doveva rispondere alle esigenze religiose e sociali della Diocesi di Bova, caratterizzata da un sottosviluppo secolare e sprovvista di un seminario, da lui riaperto. Le Oblate obbedienti, caritatevoli e docili con tutte e tutti «senza venire meno alle proprie sacre obbligazioni», furono inviate come «povere operaie del Vangelo» nei paesi della Diocesi di Bova, perché attuassero il loro apostolato per gli ultimi, i più bisognosi, i più diseredati.

«Le Oblate – affermò monsignor Cognata - vanno in cerca di luoghi abbandonati che non mancano mai”. Il loro apostolato ben presto si diffuse in numerosi piccoli centri calabresi, siciliani e laziali». Il Presule di Tivoli e Palestrina ha sostenuto che «non resta che inchinarci dinanzi a tale figura di sacerdote, di religioso e di vescovo, e raccogliere tanta preziosa eredità, sicuri che la via da lui battuta è stata quella della santità, a cui tutti siamo chiamati”».

Il Rettore Maggiore emerito, don Pascual Chávez Villanueva, che nel 2012 si adoperò presso alla Congregazione per la Dottrina della Fede per ottenere il nulla osta per l’introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di monsignor Giuseppe Cognata, ha portato il saluto di tutta la Famiglia Salesiana e la sua personale gioia per la conclusione dell’inchiesta diocesana.

L’innocenza del vescovo Cognata e il prezioso lavoro del giudice Viola

La Madre Generale delle Salesiane Oblate, suor Graziella Benghini, infine, ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono interessati alla Causa e, in particolare, il defunto dottor Giuseppe Viola, Primo Presidente emerito della Corte di Cassazione e Presidente dei Giuristi Cattolici Italiani che hanno inviato a Papa Francesco un’Istanza per l’apertura del processo.

Ha anche ricordato le numerose persone che, nel tempo, s’impegnarono a dimostrare l’innocenza assoluta di monsignor Cognata e, soprattutto, a promuovere la Causa di Beatificazione: i Rettor Maggiori, don Luigi Castano, SDB, biografo di Mons. Cognata;  la Prof.ssa Anna Vultaggio di Trapani, «fedelissima» benefattrice delle opere di Mons. Cognata in Sicilia e Segretaria dell’”Associazione delle Zelatrici Giuseppine”, fondata dal Servo di Dio, il 6 gennaio 1940, nell’Abbazia dei Frati Trappisti alle Frattocchie, vicino Roma; Madre Bice Carini e don Achille Triacca, SDB.

Una giornata di spiritualità in ricordo del vescovo di Bova

La Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore - la Casa generalizia è in Tivoli e nella Cappella si conservano i resti mortali del Servo di Dio che si spense 50 anni fa a Pellaro, il 22 luglio 1972 - ha vissuto, sabato 1° ottobre, un edificante giornata di spiritualità contrassegnata dalla solenne concelebrazione alla quale hanno partecipato numerose Oblate convenute dalle Missioni del Lazio, Calabria, Sicilia, Veneto, Sardegna, Toscana ed Emilia Romagna.

Le altre Oblate che esercitano il loro apostolato nelle Missioni della Bolivia, Perù e Malta, hanno seguito la concelebrazione via streaming. Erano anche presenti: suor Lesley Sandigo, FMA, Consigliera Generale per la Famiglia Salesiana; Antonio Boccia, Coordinatore mondiale dei Salesiani cooperatori; Maria Carmen Castillon, Presidente Confederale delle Ex allieve delle FMA; numerosi anche i laici e i consacrati presenti: il Rettore del Santuario, p. Silvano Porta; gli Oblati di Maria Vergine; le Suore Oblate di Maria Vergine di Fatima; il Sindaco di San Gregorio da Sassola, Giovanni Loreto Colagrossi, e il rappresentante del Sindaco di Tivoli, l’Assessore al Bilancio, Maria Rosa Cecchetti.

Nel pomeriggio è stato proiettato il film documentario dedicato alla vita di Mons. Cognata e pregato il Rosario all’inizio del mese di ottobre.


PER APPROFONDIRE: L’arcivescovo Morrone su Cognata: «È stato un amico di Dio»


Monsignor Parmeggiani, al termine del suo intervento, ha sottolineato che per tutta la Chiesa italiana e, in particolare, per quella Tiburtina «è una gioia da condividere quella di un vescovo affezionato al nostro territorio e che fin d’ora possiamo pregare affinché interceda per le nostre necessità presso Dio. Parliamo di un uomo, un consacrato, un vescovo, un fondatore toccato dall’amore misericordioso del Padre e che ha testimoniato con tutta la sua vita l’affidamento alla volontà del suo Signore e l’obbedienza “eroica” alla Chiesa».

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