Avvenire di Calabria

In riva allo Stretto un confronto nazionale sul riuso sociale dei beni sottratti alla criminalità organizzata

Beni confiscati a Reggio Calabria: «Da simboli della mafia a risorse per la comunità»

Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha sottolineato l'importanza del percorso virtuoso intrapreso dalle pubbliche amministrazioni

di Redazione Web

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Un confronto di rilevanza nazionale sulla gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità si è svolto presso l’aula magna ‘Quaroni’ dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, nell’ambito del Corso nazionale di perfezionamento promosso dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. L’evento ha messo in luce le sfide e le opportunità legate al riutilizzo sociale di questi patrimoni, con interventi che hanno coinvolto rappresentanti istituzionali e professionisti del settore.

Il riutilizzo sociale dei beni confiscati a Reggio Calabria

Nel corso della giornata, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha sottolineato l’importanza di un percorso volto a restituire i beni confiscati alla collettività. «Noi, come Enti assegnatari – ha dichiarato il sindaco – abbiamo l’obbligo di completare un’azione avviata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura con il sequestro e la confisca dei patrimoni illecitamente acquisiti. L’obiettivo finale è la piena realizzazione della legge ispirata da Pio La Torre, che prevede non solo il sequestro dei beni ai mafiosi, ma la loro concreta restituzione alla comunità».



Negli ultimi anni, grazie all’istituzione dell’Ufficio beni confiscati, Reggio Calabria ha acquisito al patrimonio comunale oltre 140 beni, destinati in gran parte a scopi sociali, emergenza abitativa o affidati ad associazioni del territorio.

Progetti e simboli di legalità

Tra gli esempi di riutilizzo virtuoso, il sindaco ha ricordato alcune iniziative significative: «Solo nell’ultimo anno, locali confiscati sono stati destinati alla Casa delle donne vittime di violenza, all’Agenzia sociale per la casa e al Centro di aggregazione giovanile. Questi luoghi non sono solo spazi fisici, ma veri simboli di legalità, dove si respira un’aria diversa, un’aria di giustizia e di riscatto».


PER APPROFONDIRE: Beni confiscati a rischio restituzione, confronto aperto al Comune di Reggio Calabria


Un altro elemento di grande rilievo riguarda il patrimonio artistico confiscato: quadri e opere d’arte che hanno arricchito la collezione del Palazzo della Cultura della Città Metropolitana. Questo patrimonio sarà presto protagonista della mostra SalvArti, organizzata in collaborazione con il Ministero dell’Interno, il Ministero della Cultura, il Comune di Milano e l’Agenzia nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati.

Il tema del riutilizzo dei beni confiscati si estende anche al settore delle attività produttive. Falcomatà ha evidenziato il lavoro degli amministratori giudiziari che, subentrati nella gestione di aziende sequestrate, hanno garantito la continuità operativa evitando chiusure e ricadute negative sul territorio.

Sinergie e nuove iniziative

Tra le iniziative in corso, il sindaco ha annunciato l’imminente firma di un protocollo con il dipartimento di Architettura dell’Università Mediterranea, volto alla valorizzazione dei beni confiscati. Inoltre, è in fase di approvazione un regolamento per disciplinare i beni destinati ad attività lucrative, al fine di garantire maggiore operatività e trasparenza.



Il corso nazionale promosso dai dottori commercialisti ha offerto un’occasione per condividere best practices e riflettere sulle opportunità legate al riutilizzo sociale dei beni confiscati. Per Reggio Calabria, questo rappresenta un ulteriore passo avanti nel consolidamento di un modello virtuoso che valorizza i patrimoni sottratti alla criminalità organizzata, trasformandoli in strumenti di riscatto e legalità per l’intera comunità.

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