
Tra misteri e verità negate: si riapre il caso De Grazia e delle navi dei veleni
Riaperto il caso delle “navi a perdere” grazie a nuovi fondi e a un’inchiesta giornalistica che riaccende interrogativi mai risolti.
Prima volta assoluta per i Beni confiscati in Calabria: nei giorni scorsi, infatti, l’Agenzia nazionale dei Beni confiscati (Anbsc) ha “superato” la consueta prassi che vedeva il coinvolgimento degli Enti locali come passaggio intermedio prima dell’ affidamento alle realtà NoProfit del territorio.
La novità dell'affidamento diretto dei Beni confiscati ha una firma tutta calabrese: è, infatti, Wanda Ferro la delegata del Viminale all’Anbsc. La gestione della plenipotenziaria di Fratelli d’Italia in Calabria ha, quindi, portato ad una “prima volta” assoluta in termini di riutilizzo delle proprietà sottratte al malaffare. Il tutto in una settimana in cui la lotta alla mafia è tornata centrale nel dibattito pubblico italiano dopo la cattura dell’ex super latitante Matteo Messina Denaro.
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«La graduatoria definitiva del bando – spiega il sottosegretario catanzarese – è stata approvata dal Consiglio dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, diretta dal prefetto Bruno Corda, al termine di un’attività istruttoria servita all’attenta verifica dei requisiti di partecipazione e alla effettiva fattibilità e sostenibilità dei progetti presentati».
PER APPROFONDIRE: Beni confiscati in Calabria, strumento per una Chiesa in uscita
I dodici in Calabria sono 4 in provincia di Cosenza e altrettanti in provincia di Reggio, ai quali se ne aggiungono altri 4 equamente distribuiti tra la provincia di Crotone e quella di Vibo. Cinque comuni interessati, 7 associazioni del terzo settore assegnatarie dei lotti.
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