Avvenire di Calabria

Bosnia Erzegovina: O’Flaherty (Consiglio d’Europa), la Republika Srpska dovrebbe abrogare la legge sugli “agenti stranieri”

di Redazione Web

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“Mi rammarico per l’adozione, da parte dell’Assemblea nazionale della Republika Srpska, della legge sul registro speciale e la trasparenza del lavoro delle organizzazioni non profit, che prevede la classificazione delle organizzazioni della società civile che ricevono finanziamenti esteri come ‘agenti stranieri’”, ha affermato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Michael O’Flaherty. La legge stabilisce un regime giuridico separato per le organizzazioni e le associazioni registrate nella Republika Srpska che ricevono finanziamenti o assistenza esteri, comprese le Ong internazionali. Le designa come “organizzazioni non profit”, prevede la loro registrazione obbligatoria in un registro che sarà istituito dal ministero della Giustizia e le sottopone a ispezioni e onerosi obblighi di segnalazione ed etichettatura. Un’organizzazione può essere classificata come “agente straniero” se, tra le altre cose, “svolge azioni politiche o attività politiche” ed è “finanziata o altrimenti assistita da entità straniere”. La legge prevede che il ministero della Giustizia avvierà un procedimento presso il tribunale competente per vietare il lavoro dell’organizzazione nonché un procedimento penale contro la direzione dell’organizzazione in caso di inadempienza.
“Si tratta di un’ulteriore battuta d’arresto per la libertà di associazione e la libertà di espressione nella Republika Srpska, in seguito alla re-criminalizzazione della diffamazione nel 2023”, ha aggiunto il commissario, che ricopre una carica del Consiglio d’Europa, che chiama in causa la Corte europea dei diritti dell’uomo.
“La legge solleva gravi questioni di compatibilità con il principio di legalità che include il principio di prevedibilità. Uno dei criteri chiave nella legge per l’uso dell’etichetta ‘agente straniero’ per le organizzazioni, vale a dire ‘attività politica’, è imprevedibile. L’ampia discrezionalità lasciata al ministero della Giustizia per interpretare cosa comporti attività politica potrebbe scoraggiare le organizzazioni dall’esercitare la propria libertà di espressione, come impegnarsi in attività di advocacy o dibattito per influenzare le politiche pubbliche”.
“Sono anche preoccupato per la compatibilità con i diritti umani delle sanzioni previste nel progetto di legge. […] Noto con rammarico che la legge sembra mancare delle opportune garanzie procedurali e non soddisfa sufficientemente i requisiti di necessità e proporzionalità”. Infine: “Chiedo alle autorità della Republika Srpska di abrogare la legge e, se una legge simile dovesse essere nuovamente introdotta nell’Assemblea nazionale, di garantire che tenga conto delle raccomandazioni della Commissione di Venezia e dell’Osce”.

Fonte: Agensir

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